Hamas, nato formalmente nel 1988, non è solo un movimento di resistenza contro l’occupazione. La sua carta fondatrice include dichiarazioni che invitano alla distruzione di Israele, evidenziando un’ideologia radicale e un linguaggio islamista. È riconosciuto come un movimento terroristico da molte nazioni e organizzazioni internazionali, principalmente per il suo modus operandi caratterizzato da attacchi terroristici. Presenta una struttura complessa e differenziata, con variazioni significative tra le sue attività a Gaza, in Libano, in Qatar, e tra le sue divisioni politiche e militari.
Hamas è antisemita?
“L’antisemitismo di Hamas è un antisemitismo islamista in senso stretto, si articola su una guerra interreligiosa”, spiega Vincent Lemire, professore di storia presso l’università Gustave Eifell e direttore del centro di ricerca francese a Gerusalemme. “La carta fondatrice di Hamas è un concentrato di deliri antisemiti e complottisti. Gli ebrei sarebbero responsabili di tutto, anche della Rivoluzione francese. Si rispolvera il Protocollo dei Savi di Sion, testo antisemita secondo cui gli ebrei hanno un piano per impadronirsi del mondo. Ci sono tutti gli stereotipi più banali sul tema”, continua l’esperto. Hamas si distingue in maniera chiara da altri gruppi: “È molto diverso dal Fatah o dalla OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina): quest’ultima rivendicava nel 1964 uno stato palestinese sovrano dal mare al Giordano, ma non è mai stato un movimento antisemita. Lo Stato di Palestina avrebbe dovuto accogliere musulmani, cristiani ed ebrei”.
“L’antisemitismo è europeo”
Hamas però ha dichiarato che l’antisemitismo non gli appartiene ed è legato alla storia Europea. In realtà, “si tratta di un’affermazione che si può ritrovare in molti testi islamisti e antisemiti nella regione, che riaffermano una verità storica, ovvero quella della responsabilità dell’Europa nello sterminio degli ebrei dell’Europa centrale”. Un fatto indiscutibile che viene usato da movimenti come Hamas per “svincolarsi dalla responsabilità delle loro posizioni autenticamente antisemite di oggi”, aggiunge Lemire. Hamas si difende dall’essere antisemita, ma “è evidente che nella sua carta fondatrice e nel pensiero degli attivisti del movimento ci sia una potente spinta antisemita”.
Un’organizzazione al suo interno diversificata
Il movimento si è evoluto nel tempo e le rivendicazioni territoriali sono divenute sempre più radicali. È importante considerare che Hamas non è un monolito, ricorda Lemire. Ci sono dibattiti forti al suo interno, tra la politica e ala militare, tra chi sta a Gaza e chi fuori dalla Striscia. “Se quelle evoluzioni sono imputabili al braccio politico e agli esponenti di Hamas fuori Gaza, quanto accaduto il 7 ottobre scorso è stato organizzato dall’ala militare e all’interno della Striscia”, conclude l’esperto.