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“Israele non può fare quello che vuole”

Il professore di relazioni internazionali Vittorio Emanuele Parsi ritiene sia ora necessario un segnale forte e critica lo standard diverso dell’Occidente rispetto al conflitto in Ucraina

  • 3 ore fa
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L'analisi con Vittorio Emanuele Parsi

Telegiornale 11.10.2024, 20:00

Di: TG/sdr 

Venerdì Israele ha affermato di aver sparato contro una “minaccia” nei pressi di una postazione della Forza interinale delle Nazioni Unite (UNIFIL) nel sud del Libano. Due peacekeepers sono rimasti feriti e l’incidente ha attirato le critiche internazionali e l’indignazione di Francia, Spagna e Italia.

Dalla fine di settembre, l’esercito israeliano sta conducendo una vasta offensiva aerea e terrestre contro Hezbollah, alleato del palestinese Hamas, e ha accusato il movimento filo-iraniano di aver messo “deliberatamente” in pericolo i soldati della Forza interinale delle Nazioni Unite (UNIFIL), quattro dei quali sono stati feriti in due giorni. In due diversi attacchi. La diplomazia, a oggi, sembra essere impotente, mentre cresce la convinzione che questi attacchi non siano casuali, come riferito al Telegionale dal professore di relazioni internazionali Vittorio Emanuele Parsi.

“Gli attacchi - spiega il docente italiano - sono senza dubbio intenzionali ed è sconvolgente la sistematicità con cui i portavoce dell’esercito israeliano mentono su questa e su altre situazioni. Quello a cui le forze armate israeliane mirano è liberarsi di UNIFIL”, il superamento di una sorta di linea rossa. “Il punto è che gli israeliani rischiano di far crollare quella intelaiatura di diritto internazionale, che è quello che ci resta per cercare di mantenere almeno un po’ in ordine nel mondo. Bisogna chiarire agli israeliani - chiosa - che tra diciamo così, la minaccia del crollo del sistema delle Nazioni Unite e il perseguimento della sicurezza assoluta di Israele per la comunità internazionale non c’è scelta: Il sistema delle Nazioni Unite è più importante della sicurezza di qualunque altro Stato e Israele deve capire che la sua sicurezza è legittimo che venga perseguita, ma non a costo della insicurezza di tutti gli altri”.

Dalla Francia, da Macron, è arrivata la proposta di bloccare i rifornimenti di armi ad Israele per mettere fine ai conflitti a Gaza e in Libano. Una risposta più “muscolare” è una soluzione percorribile?

“Vogliamo sperarlo - conclude Parsi - perché siamo al paradosso per cui non autorizziamo l’impiego delle armi che forniamo all’Ucraina in una guerra puramente difensiva, contro obiettivi esclusivamente militari dell’aggressore e concediamo a Israele di colpire le truppe delle Nazioni Unite. Di massacrare i civili con le armi che noi forniamo. Ha perfettamente ragione Macron: bisogna dare un segnale forte, Israele deve smettere di pensare di poter essere così arrogante e impunito. Non può comportarsi come uno Stato canaglia e poi pensare di essere trattato come un membro rispettabile della comunità internazionale”.

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Nuovo attacco contro l'UNIFIL in Libano

Telegiornale 11.10.2024, 20:00

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