“Secondo me la risoluzione è deliberatamente ambigua su questo punto, se è vincolante oppure no”. Così esordisce il professore di diritto internazionale all’Università di Ginevra Marco Sassoli, interrogato sulla perentorietà del testo approvato lunedì dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU per un cessate il fuoco a Gaza.
Se Israele non rispettasse i termini della risoluzione, “il Consiglio di Sicurezza potrà prendere altre misure, obbligando ad esempio tutti gli Stati membri a emettere delle sanzioni economiche o finanziarie contro Israele”, continua il professore. “Naturalmente – mette in guardia – possiamo temere che gli Stati Uniti usino il loro diritto di veto in un tale caso”.
Sebbene non faccia parte delle Nazioni Unite, anche Hamas non è immune dal peso della risoluzione. “A livello di diritto umanitario, una risoluzione può anche indirizzarsi a un gruppo armato”, spiega Sassoli, sottolineando come anche Hamas possa essere suscettibile alla portata delle sanzioni. “Possiamo poi anche sperare che gli Stati amici del gruppo facciano pressione per il rilascio degli ostaggi”.
Martedì, intanto, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi Francesca Albanese ha presentato un rapporto estremamente critico sulla condotta israeliana della guerra, nel quale si denuncia la guerra di annientamento da parte di Israele nei confronti della popolazione palestinese. “È plausibile che Israele sia commettendo un genocidio”, conferma il professore: “effettivamente certe dichiarazioni di responsabili israeliani sono dichiarazioni di genocidio”.