“Le nostre figlie, i nostri figli hanno paura quando entrano a scuola, pensano che saranno loro i prossimi. Io mi chiedo come questo sia possibile. Perché siamo diventati politici, perché vi siete fatti eleggere se non per risolvere un problema fondamentale come le sparatorie di massa? Questo accade solo in questo Paese. E non è inevitabile, abbiamo la scelta: vogliamo cambiare oppure no? Io vi prego colleghi di trovare una via per passare una legge che renda queste stragi molto più difficili da compiere”.
Sono le parole Chris Murphy dopo la strage alle elementari di Uvalde, in cui sono morti 19 bambini e due docenti. Murphy è senatore del Connecticut, lo stato dove nel 2012 c’è stata la sparatoria nella scuola elementare di Sandy Hook.
Ma limitare l'acquisto di armi non è una soluzione che convince tutti: "Dopo queste tragedie i democratici e alcuni media cercano di politicizzare le cose – ha affermato da parte sua il senatore repubblicano del Texas Ted Cruz. La soluzione non è limitare i diritti dei cittadini. Questo non funziona. Le forze dell'ordine devono essere più attive nel trovare i criminali, chi ha seri problemi mentali e arrestarli quando provano ad acquistare illegalmente delle armi".
Società civile sotto shock
Fuori dalla politica, la strage ha suscitato numerose reazioni in tutto il paese: la più eclatante quella dell'allenatore della squadra di basket NBA Golden State Warriors (San Francisco) Steve Kerr. “Quando ci decideremo a fare finalmente qualcosa? Sono stanco di fare le condoglianze a famiglie devastate, sono stufo dei minuti di silenzio. Il 90% degli americani vuole più controlli sulle armi. Siamo in ostaggio di 50 senatori che a Washington vogliono mantenere il loro potere. È patetico, ne ho abbastanza”.
Fra i tanti messaggi anche quello dell'attore Matthew McConaughey, che a Uvalde, il luogo della strage, ci è nato e cresciuto. Insieme a lui sportivi, cantanti, attori seguiti da centinaia di milioni di persone, che chiedono che ora alle parole seguano i fatti.
In rilievo nei milioni di messaggi di oggi sui social, quelli dei sopravvissuti di altre stragi. “Basta dibattiti, basta preghiere. La politica deve agire” ha detto ad esempio un ragazzo che nel 2018 era nascosto in una classe durante una sparatoria.
"Non avrei mai immaginato che saremmo arrivati a questo” ha da parte sua scritto un sopravvissuto del massacro della Columbine High School nel 1999.