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“Trovati 300 corpi a Khan Younis dopo il ritiro israeliano”

Missili dal Libano su un kibbutz, un morto - Nuovi scambi di artiglieria tra l’IDF ed Hezbollah - Scoppia la polemica per 9 soldati di Tel Aviv accusati di violenze sessuali su un prigioniero palestinese

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Un palestinese con il corpo del figlio, ucciso da un raid israeliano sul campo profughi di Al-Mawasi, nell'area di Khan Yunis (13 luglio 2024)

Di: ATS/Reuters/M. Ang.

Resta alta la tensione in Medio Oriente, dove Israele e gli Hezbollah libanesi (sostenuti dall’Iran) si sono bersagliati anche martedì, e dove si teme un allargamento della guerra già in corso nella Striscia di Gaza. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, lo ricordiamo, lunedì ha promesso pesanti ritorsioni contro Hezbollah dopo che sabato un razzo lanciato dal Libano ha colpito un campo di calcio sulle alture del Golan controllate da Israele, uccidendo 12 bambini e adolescenti nella città drusa di Majdal Shams. Israele ha accusato Hezbollah della strage, ma l’organizzazione islamista sciita nega sue responsabilità. L’attacco ha riacceso i timori di un’estensione al Libano della guerra a Gaza tra Israele e l’organizzazione palestinese Hamas, alleata di Hezbollah, e di un conflitto generalizzato nella regione. Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha dichiarato martedì di essere “profondamente preoccupato per la crescente minaccia di un conflitto diffuso in tutta la regione” e ha “esortato tutte le parti e la comunità internazionale a lavorare con urgenza per allentare le tensioni”.

Hezbollah ha rivendicato oggi (martedì) la responsabilità dell’attacco che nel pomeriggio ha ucciso un civile israeliano nel kibbutz Ha Goshrim, affermando di aver lanciato decine di razzi contro una vicina base militare.

Ricordiamo che Israele ed Hezbollah si sono reciprocamente bersagliati quasi quotidianamente dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas. In particolare, dall’8 ottobre, gli attacchi guidati da Hezbollah hanno provocato 25 morti tra i civili israeliani e 18 tra soldati e riservisti dell’Israeli Defence Forces (IDF).

Martedì la difesa civile di Gaza ha annunciato che l’operazione militare israeliana lanciata il 22 luglio a Khan Younis, nel sud della Striscia, ha provocato circa 300 morti. “Dall’inizio dell’invasione di terra israeliana nelle regioni orientali del governatorato di Khan Younis, iniziata il 22 luglio e durata otto giorni, la difesa civile e le squadre mediche hanno recuperato circa 300 martiri, molti dei quali sono cadaveri in decomposizione”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Afp il portavoce della difesa civile, Mahmoud Bassal.

Nel centro di Gaza, i bombardamenti israeliani sul campo profughi di Bureij hanno ucciso almeno nove persone, secondo le autorità ospedaliere. Sette dei morti sono stati uccisi in un attacco aereo su un edificio residenziale, ha detto l’ospedale Awda. Mentre i residenti stavano trasferendo i corpi, le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro il veicolo vicino alla strada di Salahuddin, uccidendone due.

L’Israeli Defence Forces (IDF), dal canto suo, ha dichiarato che la 98ma divisione si è ritirata da Khan Younis, nel sud di Gaza, dopo le ultime operazioni durate poco più di una settimana. Le forze armate israeliane affermano che negli ultimi giorni le truppe hanno ucciso oltre 150 terroristi, demolito tunnel e altri siti utilizzati da Hamas. Inoltre, i riservisti della 252ma divisione che operano nell’area del corridoio Netzarim, hanno ucciso diversi uomini armati durante i raid contro siti di Hamas. L’IDF, inoltre, ha reso noto di aver condotto raid mirati nel centro di Gaza.

Intanto scoppia la polemica sul fatto che 9 soldati israeliani dovranno comparire martedì davanti a un tribunale militare per un’udienza iniziale su quelle che, secondo l’avvocato della difesa, sono accuse di abusi sessuali su un palestinese in una struttura dove Israele ha trattenuto i prigionieri di Gaza. L’indagine sui soldati ha alimentato le tensioni tra il comando militare e i nazionalisti della linea dura del governo del premier Benjamin Netanyahu, che pretenderebbero una linea ancora più dura nella condotta di Israele nella guerra a Gaza. La detenzione dei soldati, lunedì, ha scatenato le proteste dei sostenitori del governo di destra israeliano (compresi diversi parlamentari e almeno due ministri) che ne hanno chiesto il rilascio. Alcune centinaia di persone hanno fatto irruzione nella struttura nel sud di Israele, nota come Sde Teiman, e poi nella base militare dove i soldati erano detenuti.

La guerra è scoppiata il 7 ottobre, quando i commando di Hamas hanno compiuto un attacco nel sud di Israele che ha causato la morte di 1’197 persone, la maggior parte delle quali civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali israeliani. Delle 251 persone rapite all’epoca, 111 sono ancora detenute a Gaza, 39 delle quali sono morte, secondo l’esercito.

In risposta, Israele ha promesso di distruggere Hamas, che è al potere nel territorio palestinese dal 2007 e che considera un’organizzazione terroristica, così come gli Stati Uniti e l’Unione Europea. L’esercito ha lanciato un’offensiva che finora ha causato 39’400 vittime, secondo i dati del Ministero della Sanità del governo di Gaza gestito da Hamas, che non ha fornito indicazioni sul numero di civili e combattenti morti.

Nuovi raid contro il Libano

Telegiornale 30.07.2024, 12:30

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