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20 anni fa l'agguato a Massoud

Il "Leone del Panshir", che combatté anche i talebani, venne assassinato il 9 settembre 2001, due giorni prima dell'attacco alle Torri Gemelle - Il figlio Ahmad resiste, ma ha perso il controllo della valle all'ombra dell'Hindu Kush

  • 9 settembre 2021, 23:31
  • 20 novembre, 19:42
Ahmad Shah Massoud nel 1984. Fu paragonato a Ho Chi Min e Che Guevara per l'abilità nella guerriglia

Ahmad Shah Massoud nel 1984. Fu paragonato a Ho Chi Min e Che Guevara per l'abilità nella guerriglia

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La bandiera talebana che sventola sulla Valle del Panshir, la tomba vandalizzata: è più cupo di sempre il ventesimo anniversario della morte di Ahmad Shah Massoud, il leggendario comandante che combatté sovietici e talebani, assassinato il 9 settembre del 2001, due giorni prima dell'attacco alle Torri Gemelle di New York.

Quel giorno, due jihadisti di al Qaeda, spacciatisi per giornalisti con due falsi passaporti belgi ritirati a Moleenbek - il quartiere di Bruxelles "culla del jihadismo" dove è nato anche Salah Abdedslam - entrarono nel suo ufficio per un'intervista video che chiedevano da tre settimane. Erano divenuti impazienti: "Va fatta entro il 10 settembre o lasciamo l'Afghanistan", avevano minacciato.

"Massoud era come sempre padrone di sé ma anche molto ospitale", ha ricordato Massun Khalili, uno dei più stretti consiglieri del Leone del Panshir, che quel giorno fece da traduttore, perché i due sedicenti giornalisti parlavano arabo. "Era circa mezzogiorno quando hanno cominciato con alcune domande prima di filmare. Poi, il più basso dei due, ha chiesto: "Quando andrai a Kabul cosa farai a Osama bin Laden?''. Non appena il leader afghano aprì bocca esplose la bomba, piazzata probabilmente nella videocassetta della telecamera. Secondo Khalili, scampato miracolosamente, anche il secondo attentatore aveva un ordigno, "sul torace, l'uomo saltò in aria quasi contemporaneamente".

Massoud aveva quarantotto anni. La sua storia da combattente - che lo porterà a essere paragonato a Ho Chi Min e Che Guevara per l'abilità nella guerriglia - inizia sin da studente, militante dei gruppi islamisti. Arrivano i sovietici e Massoud diventa presto tra i più popolari comandanti dei mujaheddin, fino a diventare ministro della Difesa nel 1992, dopo la ritirata dell'Armata Rossa. Torna alle armi nel 1996, con il primo avvento dei talebani, che combatte senza sosta con la sua Alleanza del Nord, la stessa che con l'ausilio delle forze USA sancisce la fine del potere talebano a Kabul alla fine del 2001.

Osama bin Laden in persona avrebbe ordinato il suo assassinio, mentre erano già scattate le lancette del conto alla rovescia per gli attacchi alle Torii Gemelle e al Pentagono. L'obiettivo era di minare la solidità del fronte afghano in vista di una possibile invasione americana del Paese, e garantirsi la protezione dei talebani al potere.

Quando Massoud venne sepolto nella sua Valle del Panshir all'ombra della maestosa catena dell'Hindu Kush, in migliaia gli resero omaggio: "Morte a Osama bin Laden, morte ai talebani", gridarono commossi i suoi sostenitori. Quel giorno di 20 anni fa, venne passato il microfono anche ad Ahmad, il figlio allora 13enne: "Voglio seguire la sua strada, anch'io voglio lottare per l'indipendenza del mio Paese", disse il ragazzino ai guerriglieri armati. Ora continua a sfidare i talebani, anche se tutto sembra perduto.

L'appello a combattere da parte dal figlio dell'ex comandante Massoud

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Oggi girano le immagini dello stesso luogo, conquistato dai Talebani giorni fa: la vetrina della sua tomba infranta e la lapide nera spaccata. I nuovi padroni della Valle negano ogni responsabilità e anzi si sono fatti riprendere intenti a misurare i danni, come volessero ripararli, timorosi delle conseguenze di un gesto così vile.

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