Per la prima volta la crisi afghana costa il posto al membro di un governo dell’Unione Europea: si è dimessa giovedì sera la ministra olandese degli affari esteri Sigrid Kaag. Poco prima il Parlamento aveva adottato una mozione che criticava il Governo per la gestione dell’evacuazione da Kabul e per non avere previsto la rapida affermazione dei talebani.
"La Camera ritiene che il Governo abbia agito in modo irresponsabile. (...) Non posso che accettare le conseguenze di questo giudizio come ministro che porta la responsabilità finale", ha detto Kaag in una dichiarazione al Parlamento. "Nella mia concezione di democrazia e della nostra tradizione, un ministro deve andarsene se la sua politica viene denunciata. Presenterò quindi a sua maestà (il re Willem-Alexander) le mie dimissioni da ministro degli esteri", ha aggiunto.
La responsabile della difesa Ank Bijleveld, anche lei bersaglio di una mozione accolta, ha invece rifiutato di dimettersi. Le dimissioni di Kaag arrivano un giorno dopo che il capo della diplomazia britannica Dominic Raab è stato trasferito alla giustizia, sempre a causa della gestione della crisi afgana.
Kaag è e rimarrà la leader del partito liberal-progressista D66, grande vincitore delle elezioni di marzo, ma pur sempre secondo partito dopo i liberali del premier Mark Rutte, che ha definito le sue dimissioni una "grande perdita" per l'Esecutivo.
Afghani lasciati indietro
Negli ultimi giorni di agosto i Paesi Bassi hanno messo in salvo più di 1’500 persone da Kabul, sia olandesi che afghani, ma molti afgani che potevano essere evacuati sono stati lasciati indietro, compresi 22 interpreti, nonostante gli appelli dei deputati perché fossero soccorsi mesi prima.
Kaag ha ammesso che il Governo olandese non è riuscito a prevedere la velocità con cui i talebani sono tornati al potere in Afghanistan, ma ha sottolineato che altri Paesi occidentali si sono trovati nella stessa situazione.