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Anche gli agricoltori francesi sul piede di guerra

Rivendicano, tra l’altro, aiuti d’urgenza, ma lamentano anche la decisione del governo di aumentare il prezzo del gasolio. Parigi teme che il movimento dilaghi come ai tempi dei gilet gialli

  • 23 gennaio, 07:10
  • 25 gennaio, 10:05
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Tutto bloccato

  • reuters
Di: Alessandro Grandesso/RSI Info

Prima hanno bloccato l’autostrada A64, a una quarantina di chilometri da Tolosa, poi, sempre alla guida dei loro trattori, pure la A62 tra Agen e Bordeaux, moltiplicando quindi cortei in varie cittadine del sud ovest della Francia, rallentando il traffico, occupando svincoli e accessi stradali. Insomma, gli agricoltori francesi sono sul piede di guerra, chiedono aiuti al governo che teme che il movimento dilaghi nel resto del Paese, come ai tempi dei gilet gialli. Un malcontento cavalcato dalla destra radicale e anti-europeista, in testa nei sondaggi per le elezioni europee di giugno.

La miccia della contestazione si è accesa comunque giovedì scorso quando un centinaio di trattori hanno interrotto l’asse autostradale tra Tolosa e Bayonne. Una prima azione imitata nel corso del week end da molti agricoltori alle prese con un’epidemia bovina che sta decimando il bestiame nella regione. Gli allevatori rivendicano aiuti d’urgenza, ma lamentano anche la decisione del governo di aumentare il prezzo del litro del gasolio non agricolo da un euro a un euro e venti centesimi. Parallelamente i sindacati chiedono di snellire le pratiche amministrative indotte dai nuovi standard di produzione europei, e una moratoria sul divieto di alcuni pesticidi in mancanza di reali alternative, oltre che norme che favoriscano i bacini idrici indispensabili per l’irrigazione dei terreni. Il tutto in un periodo in cui le trattative con la grande distribuzione riducono i margini di guadagno.

La destra repubblicana si è già schierata apertamente con i manifestanti, in difesa di un settore che occupa mezzo milione di persone e incassa comunque aiuti dall’Unione per 9 miliardi di euro. Il governo di Gabriel Attal così si è subito mobilitato, rinviando di qualche settimana la riforma dell’agricoltura che doveva essere presentata mercoledì in Consiglio dei ministri, per integrarne le richieste degli addetti ai lavori. E il premier ha incontrato i sindacati anche per cercare di disinnescare fin da subito il rischio di una protesta che contagi il resto del Paese, come accadde nell’autunno del 2018 con i Gilet gialli. E come invece spera la destra radicale di Marine Le Pen, già scesa in campo accusando l’UE di impoverire il mondo agricolo francese.

RG 07.00 del 23.01.2024 La corrispondenza da Parigi di Alessandro Grandesso

RSI Mondo 23.01.2024, 07:09

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