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Anche i piccoli centri sotto assedio

Il caso della città di Izium, dove lontano di riflettori gli abitanti sono ugualmente alle prese con i bombardamenti

  • 21 marzo 2022, 06:40
  • 20 novembre, 18:27
03:00

SDS 18.00 del 20.03.22 - L'intervista di Claudio Bustaffa a Marie Struthers di Amnesty

RSI Info 20.03.2022, 19:09

  • reuters
Di: SEIDISERA 

In Ucraina i bombardamenti colpiscono anche i centri più piccoli, da dove è ancora più difficile avere notizie. Amnesty international ha raccolto le testimonianze di 26 residenti di Izium, città con poco meno di 50'000 abitanti nella regione orientale di Kharkiv.

Queste persone "hanno vissuto una situazione praticamente di assedio dal 28 febbraio, i russi hanno bombardato incessantemente la città, erano senza acqua, cibo, elettricità. Sei giorni nei bunker, molti nemmeno così sicuri", racconta Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l'Europa orientale e l'Asia centrale, ai microfoni della RSI.

"È la situazione che vivono decine di città in Ucraina e sono tragedie di cui spesso non si conosce l'esistenza perché non arrivano informazioni, a differenza delle grandi città come Kiev e Mariupol. - aggiunge - Chiediamo corridoi umanitari per portare in salvo le persone, ma soprattutto per portare soccorsi".

L'Organizzazione per la difesa dei diritti umani ha raccolto in particolare le testimonianze di chi rientra nelle categorie fragili, ad esempio le persone con disabilità. "Lanciamo un appello a entrambe le parti perché si possano raggiungere queste persone in sicurezza. Per portarle via dalle città assediate o almeno per raggiungerle e portare loro aiuto", spiega Struthers ai microfoni della RSI.

Tetyana, che è rimasta in un rifugio nella città con il suo bambino di cinque mesi, ha detto ad Amnesty, parlando della mancanza di acqua: "Quando stavamo partendo, erano rimasti tre contenitori da cinque litri per 55 persone. Non so come faranno a sopravvivere", mentre Svitlana, una donna di 72 anni ha raccontato che "quando hanno cominciato a bombardarci, il 3 o 4 marzo, non potevamo più uscire. Giorno e notte venivano sparati razzi... Se questa situazione continua ancora qualche giorno la gente e la città saranno finiti".

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