I combattimenti fra separatisti armeni e forze azere sono proseguiti anche nella notte nella regione contesa del Nagorno Karabakh. I primi hanno annunciato dapprima 15 e poi 28 nuovi decessi nei loro ranghi, che portano a 59 il totale dalla ripresa delle ostilità domenica mattina. A questi si aggiungono 7 civili.
Il premier Pashinyan ha riunito i vertici militari armeni
Un bilancio che potrebbe in realtà essere ancora più pesante, visto che Baku non ammette nessuna perdita ma entrambi i fronti annunciano di averne inflitte di pesanti alla controparte, hanno mostrato video di propaganda in cui si vedono carri armati distrutti e affermano di aver conquistato posizioni strategiche. L'Azerbaigian sostiene di aver risposto domenica a un'aggressione armena con artiglieria, blindati e aviazione, dopo settimane di tensioni che erano già sfociate in violente scaramucce in luglio.
RG 12.30 del 27.09.20 - Il servizio di Giuseppe D'Amato
RSI Info 27.09.2020, 17:50
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Il Nagorno-Karabakh, regione contesa
RSI Info 28.09.2020, 13:07
Cessate il fuoco dal 1994, ma mai la pace
Si tratta della peggior crisi armeno-azera degli ultimi anni. Le due ex repubbliche sovietiche caucasiche hanno combattuto una sanguinosa guerra negli anni Novanta, che ha causato circa 30'000 morti, dopo che i separatisti armeni hanno preso il controllo della regione azera del Nagorno Karabakh nel 1991, poco dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Dal 1994 è in vigore un accordo di cessate il fuoco fra i due Paesi, che però non sono mai arrivati a una pace, malgrado la mediazione di Stati Uniti, Francia e Russia attraverso il cosiddetto Gruppo di Minsk. L'Azerbaigian ha il sostegno totale della Turchia, mentre la Russia, grande "arbitro" delle questioni regionali, è in buoni rapporti con entrambi ma più vicina all'Armenia. Mosca ha invitato entrambe le parti in conflitto alla "moderazione", mentre l'UE ha giudicato "inaccettabile" qualsiasi interferenza esterna.