Almeno 89 persone sono state uccise nell’ennesima repressione delle proteste pro-democrazia in Myanmar sabato, a quasi due mesi dal golpe militare e nel "Giorno delle forze armate", che includeva un'enorme parata militare nella capitale Naypyidaw.
"Almeno 89 persone sono state uccise al calar della notte", ha detto l'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici, una ONG locale che tiene traccia del numero di morti dal golpe dello scorso febbraio.
In precedenza, una portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha riferito all'AFP che il bilancio provvisorio era tra "83-91 persone uccise e centinaia di feriti. Ci sono quattro rapporti di bambini uccisi, tra cui almeno un neonato".
La Birmania è in profonda crisi da quando la leader civile Aung San Suu Kyi è stata estromessa dal potere con un colpo di stato militare il 1° febbraio. Gli attivisti pro-democrazia avevano lanciato un nuovo appello a manifestare proprio per oggi (sabato), in concomitanza l’enorme parata militare annuale davanti al capo dell'esercito, ora capo della giunta al potere, il generale Min Aung Hlaing, che ha difeso l'operato dei soldati.
Nelle prime ore del mattino migliaia di soldati, carri armati, missili ed elicotteri erano già schierati su di un'enorme spianata dove si sono riuniti i generali e i loro ospiti, tra cui delegazioni russe e cinesi.
Prima dell'alba, le forze di sicurezza erano già intervenute pesantemente sui manifestanti in diverse zone del Paese compresa Yangon, la capitale economica, dove pennacchi di fumo si sono alzati sulla città.
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