La Serbia, l'unico Paese europeo che si è rifiutato di sanzionare la Russia per l'invasione dell'Ucraina, ha accettato di fornire armi a Kiev o le ha già inviate, secondo un documento riservato del Pentagono. Il file, una sintesi delle risposte dei Governi europei alle richieste di addestramento militare e di "aiuti letali" o armi da parte dell'Ucraina, era tra le decine di documenti classificati pubblicati online nelle ultime settimane in quella che potrebbe essere la più grave fuga di segreti statunitensi degli ultimi anni.
Intitolato "Europa - Risposta al conflitto in corso tra Russia e Ucraina", il documento in forma di grafico elenca le "posizioni valutate" di 38 Esecutivi europei in risposta alle richieste di assistenza militare dell'Ucraina.
Il grafico mostra che Belgrado ha rifiutato di fornire addestramento alle forze ucraine, ma si è impegnata a inviare aiuti letali o li ha già forniti. Il documento affermava inoltre che la Serbia ha la volontà politica e la capacità militare di fornire armi all'Ucraina in futuro. Tale testo, contrassegnato con la dicitura Secret e NOFORN che ne vieta la distribuzione ai servizi segreti e ai militari stranieri, è datato 2 marzo e reca il sigillo dell'ufficio degli Stati Maggiori riuniti. L'ufficio del presidente serbo Aleksandar Vucic e l'ambasciata ucraina non hanno risposto a una richiesta di commento da parte dell'agenzia Reuters.
Anche il Pentagono non ha risposto alle domande di Reuters sul riferimento alla Serbia contenuto nel documento e ha già rifiutato di commentare i documenti trapelati. Da sempre il Governo serbo si è professato neutrale nella guerra in Ucraina, nonostante i profondi legami storici, economici e culturali del Paese con la Russia.
"Se questo documento è accurato, o dimostra la doppiezza di Vucic nei confronti della Russia o il leader serbo è sottoposto a enormi pressioni da parte di Washington per consegnare armi all'Ucraina", ha dichiarato Janusz Bugajski, esperto di Europa orientale presso la Fondazione Jamestown, istituto di politica estera con sede a Washington D.C.
Belgrado smentisce
Il Dipartimento di Giustizia americano intanto sta indagando sulla fuga di notizie, mentre il Pentagono sta valutando i danni causati dalla fuga di notizie alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Dal canto suo, il ministro della Difesa Milos Vucevic ha smentito le affermazioni secondo le quali Belgrado ha inviato armamenti ai combattenti ucraini. Citato dai media, il ministro ha parlato di "falsità" ricorrenti messe in circolazione allo scopo di "destabilizzare il nostro Paese e coinvolgerlo in un conflitto al quale non intendiamo partecipare".