Assange è stato trattato come “un prigioniero politico”

Julian Assange è stato trattato “come un prigioniero politico”, secondo l’Assemblea del Consiglio di Europa, che dopo aver ascoltato martedì il fondatore di Wikileaks ha dibattuto il suo caso mercoledì e ha votato una risoluzione con 88 voti a favore e 13 contrari (su 121 votanti). Il rapporto sulla vicenda era stato presentato dall’islandese Thorhildur Sunna Aevarsdottir.

Il 54enne australiano ha trascorso 14 anni rinchiuso dapprima nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e poi, dopo il suo arresto, nel carcere di Belmarsh. È stato liberato in giugno dopo un accordo con il Ministero della giustizia statunitense. “Sono libero oggi perché dopo anni di prigione mi sono dichiarato colpevole di giornalismo”, ha dichiarato nell’aula di Strasburgo.

I rappresentanti di 46 Paesi europei che siedono nell’Assemblea si sono rallegrati del rilascio ma anche detti “profondamente preoccupati per il trattamento sproporzionato riservato ad Assange”, temendo che questo possa “creare un effetto dissuasivo e un clima di autocensura per i giornalisti”.

Il Consiglio d’Europa invita quindi gli Stati Uniti a “riformare con urgenza la legge sullo spionaggio del 1917, ed escludere la possibilità che possa essere usata nei confronti di editori, giornalisti e whistleblower che divulgano informazioni classificate con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e informare su crimini gravi, come l’omicidio, la tortura, la corruzione o la sorveglianza illegale”. Inoltre, chiede al Regno Unito di condurre un’inchiesta per stabilire se Assange sia stato sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni inumani o degradanti durante la detenzione nel carcere britannico di massima sicurezza di Belmarsh.