La Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi ha subito una cocente sconfitta nelle elezioni suppletive di sabato in Myanmar. A scrutinio non ancora completato, risulta battuta in sei circoscrizioni delle tredici in cui erano in palio seggi parlamentari, anche se il dato non altera gli equilibri scaturiti dalle legislative del 2015, in cui aveva trionfato. Le prossime sono in calendario nel 2020.
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Il segnale di malcontento è però chiaro e viene soprattutto dalle province in cui è forte la presenza di minoranze etniche, che costituiscono quasi un terzo della popolazione: il rapporto con esse è in crisi anche dopo che la formazione della premio Nobel per la pace ha preso il potere a seguito di decenni di giunta militare. Il processo di pacificazione non dà i risultati sperati e Aung San Suu Kyi ha perso anche parte del credito che godeva a livello internazionale dopo la pulizia etnica di cui sono stati vittime i musulmani Rohingya.