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"Bakhmut è come Verdun"

La battaglia per la conquista della città nel Donbass non avrebbe più motivi strategici - Serve soprattutto per la propaganda - Una strage di soldati dalle due parti

  • 13 febbraio 2023, 07:59
  • 20 novembre, 11:57
01:29

RG 07.00 del 13.02.2023. - Il servizio di Stefano Grazioli

RSI Info 13.02.2023, 10:00

  • Keystone
Di: AFP/Reuters/EnCa 

Bakhmut, nell'est dell'Ucraina, rimane teatro della più lunga e sanguinosa battaglia dall'inizio dell'invasione russa. "Laggiù, è come Verdun", spiega Ivan, un autista di ambulanze, mentre attende sul ciglio della strada l'arrivo di un numero sempre maggiore di feriti mentre i combattimenti si fanno più duri. Imbottito di trincee, martellato dall'artiglieria, il campo di battaglia ricorda all'autista la Prima guerra mondiale. Infatti, come nel 1916 nella Francia orientale, la battaglia di Bakhmut è estremamente violenta e mortale e il suo esito è diventato una questione simbolica.

Mosca vuole assicurarsi la sua prima vittoria significativa dopo mesi di battute d'arresto, ma Kiev è determinata a resistere. E mentre entrambe le parti si trincerano, il costo umano, sia per le truppe, sia per i civili, ha messo in ombra l'importanza strategica del controllo di questa devastata città industriale, in rovina nei suoi quartieri orientali, settentrionali e meridionali.

"Se catturano la città fingeranno che sia importante"

"È un classico problema della Prima guerra mondiale", ha affermato Mark Cancian, analista del think tank statunitense CSIS (Center for Strategic and International Studies). Dopo il fallimento dei primi tentativi russi di accerchiare le forze ucraine a Bakhmut, Mosca “ha continuato ad attaccare” anche se una vittoria “non significherebbe nulla in termini militari e strategici”.

"C'è molto simbolismo e quindi se catturano Bakhmut faranno finta che sia importante, ma in realtà non lo è", ha detto l'ex ufficiale dei Marines, il quale ammette che le opzioni dell'Ucraina sono limitate: "Se è qui che i russi stanno attaccando, gli ucraini non hanno altra scelta che difendere" la città, sottolinea Mark Cancian.

Secondo l'intelligence britannica l'avanzata russa è stata fermata ma la pressione resta, il che giustifica i ripetuti appelli del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a ricevere più armi dai Paesi occidentali. "Se la consegna delle armi accelera, in particolare le armi a lungo raggio, non solo non ci ritireremo da Bakhmut, ma inizieremo a porre fine all'occupazione del Donbass", ha assicurato all'inizio di febbraio davanti a diversi alti funzionari europei riuniti a Kiev. L'esercito difenderà Bakhmut “finché potrà”, ha insistito il capo dello Stato.

Ma questa battaglia non riguarda solo le armi ad alta precisione. Per Oleksandr Kovalenko, analista militare ucraino, Kiev ha principalmente bisogno di ricevere artiglieria e munizioni standard. "Se ciò non accade, avremo seri problemi a Bakhmut", ha riferito lo specialista all'agenzia AFP.

Intanto, fonti del Ministero della Difesa di Londra spiegano che "nelle ultime due settimane la Russia ha probabilmente subito il più alto numero di vittime dalla prima settimana di invasione". Stando infatti ai dati forniti dallo Stato Maggiore ucraino, la media degli ultimi sette giorni è stata di 824 vittime al giorno, oltre quattro volte il tasso riportato nel periodo giugno-luglio 2022.

Nella sola giornata di sabato, riporta il Ministero della Difesa di Kiev, il Cremlino ha perso 900 uomini, mentre dall'inizio dell'invasione - il 24 febbraio 2022 - in Ucraina sarebbero morti circa 138'000 soldati russi.

Pesanti perdite di vite umani su entrambi i fronti

Nessun belligerante comunica le sue perdite, ma gli ucraini come i russi descrivono la battaglia di Bakhmut come la più sanguinosa della guerra. Vicino al fronte settentrionale, l'AFP ha visto alla fine di gennaio una dozzina di corpi presentati come quelli dei mercenari Wagner, abbandonati sul terreno ghiacciato. “A quanto pare non avevano diritto di ritirarsi”, commenta Vladislav, soldato ucraino: “Non avevano nemmeno recuperato i feriti. E alla fine sono morti qui, nei campi”.

Tuttavia, anche Kiev subisce pesanti perdite. Il maggiore Volodymyr Leonov, delle forze di Difesa territoriale ucraine, afferma di aver avuto una dozzina di feriti tra le sue fila in tre giorni a gennaio. E cinque dei suoi soldati, uccisi, non hanno potuto essere recuperati poiché riportare a casa i corpi dei caduti era troppo pericoloso, stando sotto il fuoco nemico.

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