Bangladesh, infuria la protesta contro il Governo

Internet e i servizi di telefonia mobile sono quasi completamente fuori servizio in Bangladesh su ordine del Governo, in seguito a una settimana di proteste studentesche contro il sistema delle quote di accesso alla funzione pubblica. Secondo i dimostranti, favorisce i gruppi che sostengono la premier Sheikh Hasina, 76enne in carica dal 2009. Chiedono quindi che valgano esclusivamente criteri di merito. L’Awami League, il movimento di Hasina, guidò la lotta per l’indipendenza dal Pakistan nel 1971: le quote riservano il 30% dei posti nell’amministrazione alle famiglie dei veterani di quel conflitto.

I dimostranti hanno dato fuoco giovedì a diversi edifici governativi e in particolare agli uffici della televisione di Stato (che non va in onda venerdì) e dell’agenzia nazionale di gestione delle catastrofi, oltre a prendersela con sedi della forze dell’ordine. Il bilancio di una settimana di contestazioni di una crescente violenza è ormai di una quarantina di morti (tutti o quasi nelle ultime 48 ore, fra i quali un reporter) e diverse centinaia di feriti, compresi 30 giornalisti e 104 poliziotti.

La polizia ha vietato ogni raduno nella capitale Dacca e affermato di aver dato prova fin qui della “massima moderazione”, minacciando di ricorrere al pugno di ferro se le manifestazioni proseguiranno. Le “armi non letali” utilizzate dagli agenti, tuttavia, sarebbero responsabili di gran parte delle vittime contate finora. L’Esecutivo, nel tentativo di mantenere l’ordine, ha chiamato in soccorso anche l’esercito. Dai disordini sono toccati 26 dei 64 distretti del Paese.