L’amministrazione Trump ha respinto la richiesta di un giudice federale di fornire venerdì informazioni sulla sorte di un migrante erroneamente deportato in El Salvador, denunciando una “scadenza impraticabile”. L’avvocato del migrante salvadoregno, Kilmar Abrego Garcia, ha espresso indignazione per “l’arroganza e la crudeltà” dell’amministrazione Trump, accusandola di “continuare a ritardare, offuscare e ignorare le decisioni legali quando sono in gioco la vita e la sicurezza di un uomo”.
Venerdì mattina, il giudice Paula Xinis aveva chiesto informazioni “sull’attuale posizione e sullo stato di detenzione del signor Abrego Garcia”, nonché sulle azioni intraprese o previste dall’esecutivo per “facilitare il suo ritorno”.
Kilmar Abrego Garcia, residente nel Maryland (costa est) e sposato con una donna statunitense, è stato arrestato il 12 marzo da agenti della polizia dell’immigrazione. Era una delle oltre 200 persone espulse in El Salvador dall’amministrazione Trump il 15 marzo, la maggior parte delle quali per presunta appartenenza a gang sudamericane ora ritenute “organizzazioni terroristiche” da Washington.
Kilmar Abrego Garcia
L’amministrazione Trump ha poi riconosciuto in tribunale che la sua deportazione è stata il risultato di un “errore amministrativo”, poiché un ordine di deportazione nei suoi confronti era stato definitivamente annullato da un tribunale federale nel 2019.
Ma ha dichiarato di non essere in grado di porre subito rimedio alla situazione, poiché Kilmar Abrego Garcia è ora detenuto in un carcere salvadoregno di massima sicurezza e ha affermato di essere un membro della gang salvadoregna MS-13, anch’essa classificata come “terrorista” dagli Stati Uniti a partire da febbraio scorso.

Membri della gang MS-13 rinchiusi nel centro di massima sicurezza di Tecoluca, El Salvador
La scorsa settimana il giudice Xinis ha dichiarato di non aver visto alcuna prova della sua appartenenza a una gang e ha chiesto all’esecutivo di “facilitare” il suo ritorno negli Stati Uniti entro il 7 aprile.
Il 7 aprile, l’amministrazione Trump si è però appellata alla Corte Suprema, che ha sospeso la decisione della corte inferiore e ha annullato la scadenza.
Tuttavia, giovedì la Corte Suprema ha concordato all’unanimità con il giudice, sostenendo l’obbligo del governo di “facilitare” il trasferimento di Abrego Garcia da El Salvador nelle mani delle autorità statunitensi “e di garantire che la sua situazione sia trattata come sarebbe stata se non fosse stato erroneamente inviato in El Salvador”.

La deportazione di migranti venezuelani
Telegiornale 22.03.2025, 12:30