Ha colto tutti di sorpresa e ha avuto un alto valore simbolico. Ma cosa ha sotteso, su un piano più profondo, la visita del tutto inaspettata di Joe Biden in Ucraina? Ettore Greco, vicepresidente esecutivo dell'Istituto Affari Internazionali di Roma (IAI), evidenzia in questo senso più aspetti. La visita era ovviamente volta a ribadire l'appoggio degli Stati Uniti a Kiev e a sostenere il morale degli ucraini.
In parte, però, si trattava anche di "deprimere quello dei russi", proprio in questa settimana che segna il primo anniversario della loro aggressione all'Ucraina. L'obiettivo del viaggio di Biden si palesa anche in questi termini. "Si sa che dall'altra parte Putin farà un discorso, e un interrogativo di queste ore" concerne proprio "cosa potrà dire in occasione dell'anniversario". Per il capo della Casa Bianca si trattava quindi di giocare d'anticipo: con una visita che ha rappresentato un modo "per anticipare una risposta e cercare di togliere anche argomenti".
Visita a sorpresa di Biden a Kiev
SEIDISERA 20.02.2023, 18:14
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Inoltre, il fatto che Biden abbia intrapreso questo lungo viaggio in treno fino a Kiev, esponendosi a una situazione certamente di pericolo, rappresenta "un segnale molto importante" della determinazione americana. Il presidente degli Stati Uniti ha quindi annunciato nuovi aiuti militari da destinare all'Ucraina.
Ma il dato più importante, afferma l'esperto dell'IAI, risiede nel fatto che Biden "in questa occasione, forse più che in altre", ha posto l'accento sugli sviluppi del conflitto: più precisamente "sul fatto che secondo lui la Russia è in grande difficoltà, sia sul piano militare che su quello economico". Ci sono molte preoccupazioni per una controffensiva russa che sembra ormai nell'aria. Biden si è però detto convinto che Mosca fallirà e per ora, del resto, "le truppe russe sono bloccate molto di più di quanto ci si aspettasse". Hanno quindi "effettive difficoltà sul terreno".
L'attenzione, però, si focalizza anche su un possibile sostegno bellico che Mosca potrebbe ricevere dalla Cina. Soprattutto su questo punto si è consumato sabato scorso, in margine alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, un duro confronto fra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli esteri cinese Wang Yi.
Qui, sottolinea Greco, "la partita si gioca molto sulla capacità degli Stati Uniti di convincere la Cina a non avviare un modo più o meno surrettizio" questo sostegno con materiali militari. Ma il punto, secondo l'esperto, è che la Cina "molto difficilmente potrebbe assistere passivamente ad una grave sconfitta militare o addirittura ad un crollo della Russia". Scenari del genere implicherebbero seri problemi, visto che Pechino "non vorrebbe ovviamente come conseguenza un rafforzamento della presenza occidentale in Europa orientale e, in particolare, a ridosso della Russia".
C'è quindi in effetti il rischio che la Cina decida di dare questo sostegno a Mosca "nel caso in cui le difficoltà russe si accrescessero nel tempo". Sotto questo profilo, quindi, la "partita è effettivamente abbastanza pericolosa". Tanto più che un appoggio bellico da parte della Cina potrebbe davvero fare la differenza. E se per il momento "è difficile prevedere che possa fornire un sostegno in termini di armamenti avanzati", è anche vero che con munizioni e altri tipi di materiali potrebbe comunque "aiutare molto la Russia a sostenere lo sforzo militare".