"Quanto è successo è una ferita alle istituzioni, anche per le forze dell'ordine non erano preparate", ma "le istituzioni reggono": così il giornalista statunitense Andrew Spannaus commenta l'assalto al Campidoglio di mercoledì a Washington.
RG 12.30 del 07.01.2021 Andrew Spannaus intervistato da Giuseppe Limoncello
RSI Info 07.01.2021, 14:15
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"Nessuno è andato dietro veramente a Donald Trump nella sua incapacità di accettare il risultato dell'elezione": i circa 150 deputati che hanno votato contro la ratifica dei risultati elettorali di due Stati, facendo rimbalzare in aula le rivendicazioni dei manifestanti, non lo hanno fatto "perché amano Trump ma perché cercano quell'elettorato. Ci sono senatori che già pensano al 2024", afferma Spannaus, "che vogliono confermare la svolta del partito repubblicano, populista in termini economici, pensando che debba essere il partito della classe economica. Trump è sconfitto e ha accettato anche lui di dover andare via, ma si apre la battaglia per raccogliere quella che secondo me è la sua eredità più interessante".
Quanto a Joe Biden, per Spannaus "avrà la maggioranza anche al Senato grazie alla vittoria dei due candidati in Georgia e potrà quindi almeno provare ad attuare il suo programma elettorale. Dovrà comunque cercare un po' di collaborazione bipartisan e gli eventi di ieri gli danno un'apertura, un'occasione per ridurre un po' la spaccatura con una parte del partito repubblicano".
Rispetto a Trump, "incapace di essere responsabile quando è in conflitto con i suoi istinti e i suoi interessi", Biden "ha dimostrato maggiore responsabilità e confermato il motivo per cui ha vinto: non è Donald Trump, sa esprimere empatia e questo è fondamentale. Ma le parole dureranno poco, ora dovrà trovare il modo di colmare non solo le diseguaglianze in generale ma anche il divario politico fra le diverse fazioni del paese".