Con una mossa politicamente esplosiva in Georgia, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato martedì che sosterrà un cambiamento ad alto rischio nelle regole del Senato, se necessario.
Vuole infatti "impedire a una minoranza di senatori di bloccare" una vasta riforma a favore del diritto di voto delle minoranze: "Sono passati due mesi da quando discuto con i membri del Congresso. Ne ho abbastanza di tacere" di fronte all'opposizione repubblicana che blocca due progetti di legge cruciali in materia, ha affermato il 46° presidente degli Stati Uniti d'America.
Le norme attuali sono accusate dalle associazioni di difesa dei diritti civili di complicare l'accesso alle urne per le minoranze, ritenute più favorevoli ai democratici, mentre rafforzano il controllo degli enti locali sulle operazioni di voto. Per contrastarli i democratici vogliono adottare due atti legislativi che armonizzino le condizioni per l'esercizio del diritto di voto negli Stati Uniti. Uno di questi mira a vanificare gli sforzi dei singoli Stati di limitare alle minoranze la possibilità di andare alle urne.
Tali riforme si scontrano però con una regola del Senato che chiede 60 voti su 100 dove la maggioranza presidenziale ne ha soltanto 50: ma Joe Biden può far inclinare la bilancia a suo favore solo grazie al voto decisivo del vicepresidente Kamala Harris. Vero è che nell'ultimo anno, spesso cavalcando la campagna mistificatoria del loro candidato sconfitto Donald Trump, sono stati almeno 19 gli Stati a guida repubblicana che hanno varato provvedimenti restrittivi, in alcuni casi facendo tornare le lancette dell'orologio indietro di decenni.