I bielorussi sono chiamati oggi, domenica, alle urne per eleggere il presidente. Alexander Lukashenko, da trent’anni al potere, è in lizza con altri quattro candidati ma, dopo una dura repressione di ogni forma d’opposizione, viene data per scontata la sua rielezione.
Per Lukashenko si tratterebbe del suo settimo mandato quinquennale consecutivo alla guida di questa ex repubblica sovietica confinante con l’Unione Europea, l’Ucraina e la Russia.
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Notiziario 26.01.2025, 09:00
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I suoi detrattori e le organizzazioni non governative (ONG) per i diritti umani hanno già definito le elezioni “una farsa” e i membri del Parlamento europeo hanno chiesto che i risultati non vengano riconosciuti, soprattutto perché le precedenti elezioni del 2020 sono state seguite da una spietata repressione di un movimento di protesta senza precedenti.
Oltre a Lukashenko sono candidati tre rappresentanti di partiti filogovernativi nonché Hanna Kanapatskaya, formalmente indipendente ma indicata dall’opposizione comunque come emanazione del regime sempre più vicino alla Russia di Vladimir Putin.
L’unica novità di questo voto potrebbe essere quella che sarà l’ultimo per Lukashenko, che ha 70 anni, possibili problemi di salute, e ha di recente iniziato a parlare della necessità di un rinnovo generazionale della classe politica del Paese.
Gli scenari futuri, ma ben oltre il voto, sono il passaggio di poteri a uno dei figli, notoriamente al più giovane e preferito, Mikalay, chiamato Kolya, che ora ha vent’anni, o al Consiglio di sicurezza dell’Assemblea di tutti i popoli della Bielorussia, organismo ora presieduto da Lukashenko e a cui è stato dato status costituzionale dal 2022.
La campagna elettorale si è svolta in un clima molto teso, e in assenza di media indipendenti, dopo l’ulteriore inasprimento sull’opposizione e la stretta sulla società civile (sono state costrette a chiudere negli ultimi quattro anni 1’161 ONG) operato dalle autorità dopo le proteste in seguito alle precedenti elezioni presidenziali nel 2020.
“Lukashenko è rimasto al potere per trent’anni. Domani si riconfermerà in un’altra elezione farsa - scriveva sabato sulle reti sociali la vicepresidente della Commissione europea e Alto rappresentante dell’UE per la Politica estera Kaja Kallas -. Si tratta di un palese affronto alla democrazia. Lukashenko non ha alcuna legittimità”.
Aiutò il regime di Lukashenko, alla sbarra
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