È salito a 54 il bilancio delle persone che hanno perso la vita durante le proteste antigovernative in Perù, iniziate lo scorso 7 dicembre. Violenti scontri fra i manifestanti e polizia a Llave, nella regione meridionale peruviana di Puno, hanno provocato venerdì la morte di una persona ed il ferimento di altre sette.
Gli scontri, segnala sabato la radio peruviana RPP, sono avvenuti durante il secondo giorno della "Presa di Lima" a cui hanno partecipato migliaia di persone. Attraverso questa manifestazione, i movimenti politici, sociali, sindacali e studenteschi hanno chiesto lo scioglimento del Parlamento, le dimissioni della presidente Dina Boluarte, elezioni immediate e il rilascio dal carcere dell'ex presidente Pedro Castillo.
Venerdì sera il ministro dell'Interno, Vicente Romero, ha precisato che nel secondo giorno di scontri avvenuti nella capitale sono rimasti feriti anche 22 membri della polizia nazionale e 16 civili. Il ministro ha inoltre segnalato che danni materiali sono stati arrecati agli aeroporti di Cusco, Puno e Arequipa "da vandali, allontanati però dalla polizia".
Boluarte sfida la protesta
La presidente del Perù, Dina Boluarte, ha escluso la possibilità di presentare le dimissioni a fronte delle proteste popolari che in tutto il Paese invocano la caduta del Governo e ha ammonito i responsabili delle violenze che verranno colpiti "con tutto il peso della legge".
In un messaggio a reti unificate trasmesso nella notte di giovedì, quando ancora erano in corso scontri tra manifestanti e polizia in prossimità del palazzo di Governo, ha denunciato che le proteste "mirano a generare il caos e a prendere il potere" e ha smentito quindi le voci che parlavano di dimissioni. "Smentisco le notizie false, il Governo è solido e il gabinetto è più unito che mai", ha affermato.
L'appello dell'Unione Europea
L'Unione Europea (UE) si è pronunciata pubblicamente in merito alle violenze in Perù, condannando l'uso "sproporzionato" della forza da parte della polizia contro i manifestanti, invitando le autorità a trovare rapidamente una soluzione pacifica alla crisi. L'UE "deplora l'altissimo numero di vittime dall'inizio delle proteste", ha dichiarato un portavoce dell'UE-27. "Le manifestazioni pacifiche che rispettano lo Stato di diritto sono legittime in una società democratiche", si legge in un comunicato. "L'attuale crisi politica e sociale va gestita nel rispetto dell'ordine costituzionale, dello Stato di diritto e dei diritti umani".
Turisti bloccati a Machu Picchu a causa delle proteste
I binari della ferrovia per Cusco sono stati manomessi da alcuni manifestanti, bloccando centinaia turisti stranieri a Machu Picchu. Un gruppo di persone in protesta, come già era successo settimane fa, ha divelto i binari in più punti del percorso, costringendo la società ferroviaria locale, Ferrocarril Transandino, a bloccare i treni per intraprendere le necessarie riparazioni.
I turisti bloccati nello storico sito sono 430, di cui 300 stranieri. I lavori di riparazione dovrebbero terminare presto, permettendo il rientro a Cusco con un primo tratto in treno, un secondo a piedi, e quindi l'ultimo in autobus.
Stato di emergenza in Perù
Telegiornale 15.01.2023, 13:30