Il reportage

Blackout continui, Odessa tra luci e ombre

La città affacciata sul Mar Nero, come altre in Ucraina, fa i conti con continue interruzioni di corrente in un’estate particolarmente torrida

  • 28 agosto, 05:34
  • 12 settembre, 11:52
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Nella notte di Odessa

  • Vincenzo Leone
Di: Vincenzo Leone 

Chi vive qui si è abituato alle sirene e al suono incessante dei generatori. A Odessa di giorno la gente affolla i pontili in spiaggia, la sera si ritrova a passeggiare tra Derybavivska street e il City Garden. È un giovedì sera come un altro, quando dai locali in centro si sente molto forte il rumore di una esplosione. La difesa aerea ha intercettato e buttato giù un Iskander russo. Poi fa buio e l’unica luce arriva dai locali, che restano illuminati - e aperti - solo grazie ai generatori d’emergenza a carburante. E alle torce degli smartphone, che illuminano i passi per farsi strada e per essere visibili alle auto che passano ad abbaglianti spianati. La terza estate in guerra a Odessa è un intervallo continuo di sere in cui non sai se l’elettricità arriverà a ora di cena, a mezzanotte o se nell’attesa, è già mattino.

Blackout programmati da mesi

E questo succede quasi tutti i giorni, da settimane. I blackout programmati sono iniziati il 15 maggio, a luglio la fase più complicata con l’ondata di caldo eccezionale che ha fatto impennare i consumi di elettricità, e ha costretto gli ucraini ad abituarsi a vivere seguendo gli orari delle interruzioni di corrente. La prima metà di agosto la situazione è migliorata, grazie alle temperature più basse e alla riparazione in tempi record di due power unit nucleari, ricollegate al sistema nazionale. Negli ultimi giorni le temperature sono tornate sopra i 30 gradi, e il 19 agosto l’Ucraina si ritrova di nuovo al buio. Ukrenergo – la compagnia nazionale dell’energia ucraina – ha comunicato la ripresa dei blackout, e l’interruzione di corrente programmata per 4 ore, dalle 17 alle 21. Il sistema segue un piano ben preciso e organizzato su base nazionale e su base locale, tra i diversi operatori che materialmente portano l’energia nelle case ucraine.

“Cerchiamo di salvare il sistema energetico dal collasso, DTEK Odesa Grids, come operatore del sistema di distribuzione, su ordine dell’operatore ‘Ukrenergo’, interrompe l’elettricità ogni giorno secondo piani stabiliti”, ci dice Yuliia Pochebut, portavoce e capo dipartimento di DTEK Odesa Grids, la società che distribuisce l’elettricità dalle reti ad alta tensione della compagnia nazionale fino alle case, alle imprese e alle istituzioni nella regione di Odessa.

Restrizioni in luglio di 15 ore al giorno in media

A luglio “ci sono stati giorni dove le restrizioni sono durate una media di 15 ore al giorno”, aggiunge Yuliia Pochebut, che spiega come funziona il sistema. “Ogni regione in Ucraina ha il proprio programma di interruzioni.”. Lo schema dei razionamenti dell’elettricità divide la regione in sei gruppi. Tutte le sere, la National Power Company “Ukrenergo” fornisce agli operatori locali – come DTEK Odesa Grids – un piano di shutdown per il giorno dopo. “La sera DTEK Odesa Grids riceve informazioni per il giorno successivo su quanti gruppi del programma devono essere disattivati ogni ora durante la giornata, cioè dalle 00:00 alle 24:00. Può essere un gruppo, due, tre o quattro. Più gruppi sono senza elettricità contemporaneamente, più severe sono le restrizioni”, dice Yuliia Pochebut. Le informazioni e le direttive da seguire sono pubblicate tutti i giorni su un canale Telegram.

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Ombre e luce a Odessa

  • Vincenzo Leone

Chi è stato in queste ultime settimane in Ucraina, sa che la situazione è molto delicata. Chi gestisce il flusso di corrente in una regione strategica come quella di Odessa, con il porto e l’accesso sul Mar Nero ne è ancora più consapevole. “L’attuale situazione del settore energetico è molto difficile”, afferma Yuliia Pochebut. “La causa principale sono i massicci attacchi nemici contro le centrali elettriche in tutta l’Ucraina, che hanno causato danni a quasi tutte le centrali termiche e idroelettriche. In particolare, il nemico ha distrutto quasi il 90% delle centrali termiche”, ha aggiunto. E ha spiegato quanto sia cruciale questo punto per la situazione attuale: “Queste centrali non possono più produrre tanta elettricità quanto se ne produceva lì prima degli attacchi. Le centrali termiche e idroelettriche sono esattamente quel bilanciamento che aiutava a coprire i picchi di consumo mattutini e serali”.

Effetto Kursk

Quello che sta succedendo in questi ultimi giorni a Kursk, in Russia, può avere effetti diretti anche su questo tema. E su quello che può succedere alle centrali elettriche e nucleari in ogni momento in Ucraina. In caso di nuovi attacchi, infatti, la situazione può peggiorare da un momento all’altro. Il 17 agosto il Washington Post in un’esclusiva ha rivelato come l’offensiva lanciata il 6 agosto da Kiev in Russia abbia fatto slittare un incontro – fin qui tenuto segreto – che avrebbe dovuto tenersi a Doha con la mediazione del Qatar tra delegati ucraini e russi per un parziale cessate il fuoco. In particolare, per firmare un accordo per fermare gli attacchi sulle infrastrutture energetiche del Paese in vista dell’inverno. “Abbiamo una possibilità di superare questo inverno, se i russi non lanceranno nuovi attacchi alla rete elettrica”, avrebbe detto un funzionario ucraino informato dell’incontro, secondo quanto scrive il Washington Post.

L’ondata di caldo

La situazione è grave in tutta l’Ucraina, quest’estate non ha risparmiato nemmeno la capitale. A luglio “le interruzioni di corrente a Kyiv questo mese sono durate 12-16 ore al giorno. È stato difficile”, dice da Kiev il giornalista ucraino specializzato in temi energetici Serhii Barbu. “Ma la ragione è ben nota. I russi hanno distrutto 9 GW di capacità produttiva. Per dare un’idea, è l’equivalente alla capacità di 9 grandi centrali nucleari”, ha aggiunto. La situazione nelle ultime settimane si è complicata anche per via dell’ondata di caldo che ha attraversato l’Europa orientale, con temperature sopra i 35 gradi per giorni in tutta l’Ucraina. E che si incrocia con l’ordinaria manutenzione degli impianti. 

Ogni estate, Energoatom provvede alle riparazioni programmate delle centrali nucleari e, di conseguenza, la quantità di generazione dal sistema energetico diminuisce”, afferma Yuliia Pochebut. “Inoltre, il caldo aggiunge un carico sulla rete, poiché, quando l’elettricità è disponibile, le persone utilizzano condizionatori d’aria e sistemi di raffreddamento degli ambienti, causando una significativa carenza di elettricità nel sistema energetico”, ha aggiunto.

Tutto questo provoca anche dei guasti sulla linea, che va in sovraccarico e che provoca dei guasti, spiegano dalla DTEK Odesa Grid. “I nostri specialisti stanno facendo tutto il necessario per eliminare queste emergenze il più rapidamente possibile e ripristinare l’elettricità per le persone”, conferma Yuliia Pochebut. “Le squadre di riparazione rispondono prontamente alle richieste dei clienti, intervengono e riparano le strutture. Dall’inizio dei piani di interruzioni programmate il 14 maggio 2024, gli specialisti hanno eliminato oltre 970 emergenze nella rete, quasi 700 di queste da inizio luglio, quando il caldo è aumentato”, ha aggiunto.

E gli impianti sono progettati per uno scenario standard dove le interruzioni sono previste, ma i parametri non sono neanche minimamente comparabili alla situazione che si è creata nelle ultime settimane, dove più volte al giorno i generatori di emergenza si attivano per far restare in funzione un locale, un ristorante o un albergo. “La maggior parte dell’equipaggiamento non è progettato per un numero così elevato di accensioni e spegnimenti. Ad esempio, gli interruttori automatici, il cui funzionamento è progettato per essere spento 3-4 volte all’anno, ora vengono accesi e spenti 7-8 volte al giorno”, afferma Yuliia Pochebut. Da DTKEK Odesa Grid confermano che stanno facendo “il possibile e l’impossibile per fornire l’elettricità ai propri clienti”. Se la corrente va e viene continuamente, chi può cerca di attrezzarsi di conseguenza per abituarsi a questa nuova vita. In un negozio di generatori alla periferia ovest di Odessa, un addetto alle vendite conferma come la richiesta per questo tipo di oggetti sia alta da mesi ormai. Ne vendono almeno uno al giorno, I modelli più richiesti sono quelli da 2.5 kWh che costano 13’000 grivnia - circa 300 euro - e quelli più potenti da 3Wh che costano quasi 18’000 grivnia - circa 400 euro – e raccontano qui, sono tra quelli scelti da bar e ristoranti perché molto affidabili. Il più potente consuma circa 1 litro di carburante all’ora. Le alternative sono gli inverter o gli Ecoflow, che funzionano come dei giganteschi powerbank e che sono silenziosi quindi si possono usare anche in appartamento. Ma costano anche più di 1’000 euro e non sono per nulla alla portata di tutti, se teniamo in considerazione il fatto che questo è un Paese dove lo stipendio medio è di 400 euro.

Quotidianità interrotte

“Le interruzioni di corrente hanno cambiato completamente la mia vita. Tutto nella mia casa funziona con l’elettricità,” racconta Serhii Barbu. “Ci sono stati giorni in cui mi sono dovuto svegliare alle 3 del mattino per cucinare. Inoltre, a causa delle lunghe interruzioni di corrente a giugno ho spento il frigorifero, e non l’ho riacceso fino a questa settimana. Non aveva senso tenerlo acceso. Ho comprato una piccola borsa termica che funziona con un power bank. Ci conservavo un po’ di cibo”, ha aggiunto. E spiega come il governo e le comunità stiano affrontando questa problematica, non solo a livello nazionale, ma anche con alcuni esempi locali. “Il governo punta all’installazione di piccole unità di cogenerazione a gas. Inoltre, c’è il piano di ripristinare le centrali termiche distrutte. Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato un piano per costruire 1 GW di nuova capacità”, dice. “Molto dipende anche dalle comunità locali. Per esempio, la città di Ternopil sta trasformando la sua rete energetica in un’isola chiusa. Hanno installato un certo numero di turbine a gas in città e le hanno collegate a ospedali, servizi idrici e aziende di riscaldamento. In caso di blackout totale, tutte queste strutture riceveranno elettricità dalle turbine a gas”, aggiunge.

I prossimi mesi saranno difficili, perché come dice Serhii Barbu, “è chiaro che l’Ucraina non sarà in grado di ripristinare completamente tutte le strutture distrutte dai russi. Pertanto, ci saranno blackout in inverno. La questione è quanto dureranno”, e questo dipende da quanta capacità l’Ucraina sarà in grado di ripristinare. “È troppo presto per dirlo”, secondo lui.

Dopo il caldo, l’inverno

“Ora in Ucraina tutti ci stiamo tutti preparando per l’inverno. Ho comprato un generatore diesel per i miei genitori, che vivono in una casa privata, quindi è un’attrezzatura essenziale”, aggiunge Serhii, condividendo la sua storia personale. E aggiunge anche: “Ho acquistato un dispositivo di accumulo di energia per il mio appartamento. Non è un’attrezzatura economica, è costata circa 3’500 euro in totale. Ma questa è la nostra realtà.”

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Telegiornale 24.08.2024, 20:00

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