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Blinken: manca “piano credibile” per i civili a Gaza

Si intensificano gli attacchi di Israele per neutralizzare Hamas, che risponde al fuoco - Morti, feriti, migliaia di sfollati e infrastrutture distrutte

  • 12 maggio, 19:00
  • 25 settembre, 12:37
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Oltre 100'000 persone sono fuggite da Rafah dopo che l'esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione venerdì scorso

  • Keystone
Di: Reuters/RSI Info 

Israele ha intensificato le operazioni militari per neutralizzare le capacità di Hamas, come aveva annunciato sabato sera. Carri armati sono giunti domenica a Djabalia, nel nord della Striscia di Gaza, dopo una notte di intense operazioni aeree e terrestri che hanno causato almeno 19 morti e decine di feriti, secondo i servizi sanitari della Striscia. Djabalia è il più grande degli otto campi profughi di Gaza. La maggior parte dei 100’000 abitanti sono discendenti di palestinesi espulsi dalle città e dai villaggi di quello che oggi è Israele durante la guerra arabo-israeliana del 1948, anno di fondazione dello Stato ebraico. Di fronte all’escalation della crisi, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha rimproverato Israele per la mancanza di un “piano credibile” per tutelare i civili.

“I bombardamenti non hanno avuto tregua da ieri, colpiscono ovunque, anche vicino alle scuole che ospitano persone sfollate”, ha riferito Saed, 45 anni, residente a Djabalia. A seguito di questo, l’esercito ha esteso le operazioni inviando carri armati anche a Al-Zeitoun, sobborgo est di Gaza, e a Al-Sabra, dove i residenti hanno segnalato violenti bombardamenti che hanno danneggiato gravemente edifici residenziali. L’esercito israeliano ha confermato di aver preso il controllo della maggior parte di queste aree mesi fa.

Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha dichiarato che le forze dell’esercito nel distretto di Zeitoun hanno “eliminato” circa 30 militanti palestinesi. Di fronte a queste azioni, il braccio armato di Hamas e del Jihad Islamico ha intensificato le proprie offensive domenica, utilizzando razzi anticarro e colpi di mortaio, particolarmente a Rafah, in Egitto, dove più di un milione di persone hanno cercato rifugio dall’inizio del conflitto.

Nel cuore della Striscia, a Deir Al-Balah, media e residenti hanno reso nota la presenza di carri armati e bulldozer israeliani alla periferia della città, innescando uno scontro a fuoco da parte dei combattenti di Hamas. Durante un attacco aereo sabato sera nella zona, due medici, padre e figlio, sono stati uccisi. Lo hanno riferito le autorità sanitarie di Gaza.

Rafah, “città fantasma”

Da parte loro, le milizie di Hamas e del Jihad Islamico hanno dichiarato che i loro combattenti hanno attaccato i soldati israeliani in diverse aree di Gaza con razzi anticarro e colpi di mortaio, in particolare a Rafah, dove si sono rifugiati più di un milione di persone. Domenica, migliaia di famiglie hanno ancora lasciato Rafah, dove l’esercito israeliano ha emesso ordini di evacuazione riguardanti alcuni quartieri del centro della città di confine con l’Egitto.

“Uscendo da Rafah, sono passato per Khan Younès, ho pianto, non sapevo se piangessi per quello che stavo attraversando, per l’umiliazione e il senso di perdita che provavo o per quello che vedevo”, ha dichiarato Tamer Al-Burai, un residente di Gaza spostato verso Rafah .“Ho visto una città fantasma, tutti gli edifici su entrambi i lati della strada, interi quartieri sono stati rasi al suolo. Le persone fuggono per mettersi in sicurezza, sapendo che non c’è nessun posto sicuro, e che non c’è nessuna tenda né nessuno per prendersi cura di loro”, ha aggiunto.

Le reazioni internazionali: “Nessun piano per i civili”

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha spiegato domenica la decisione di Washington di interrompere la fornitura di alcune armi a Israele, criticando Tel Aviv per l’assenza di un “piano credibile” per la protezione dei civili.

“Israele deve avere un piano chiaro e credibile per proteggere i civili, che al momento non abbiamo riscontrato”, ha affermato, durante la trasmissione televisiva “This Week” su ABC News. Ha poi aggiunto che, se Israele dovesse intraprendere un’importante operazione militare a Rafah, gli Stati Uniti si rifiuterebbero di fornire alcuni sistemi d’arma specifici, esprimendo “serie preoccupazioni” sul loro impiego.

Parallelamente, David Cameron, ministro degli affari esteri britannico, ha dichiarato di non poter sostenere operazioni a Rafah senza garantire la protezione per i numerosi civili rifugiati nella città, situata al confine sud dell’enclave. Inoltre, in un’intervista, ha scartato l’idea di interrompere la vendita di armi a Israele, nonostante le circostanze.

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