Il primo arresto è arrivato oggi (martedì), a 43 anni dalla "Bloody Sunday", la "Domenica di sangue", quando 14 manifestanti repubblicani (molti dei quali minorenni) caddero sotto i colpi delle truppe britanniche durante una marcia pacifica per le strade della città che i repubblicani chiamavano Derry e gli unionisti Londonderry. Un giorno funesto che innescò la rivolta in Irlanda del Nord e favorì l'ascesa dell'IRA.
Un murale nella città che i repubblicani chiamavano Derry e gli unionisti Londonderry
A finire in manette un ex militare di 66 anni, all'epoca in servizio tra i paracadutisti di Sua Maestà di stanza in Ulster. Lui, militare di 23 anni che nelle carte degli inquirenti è identificato con il nome di "Soldato J", il 30 gennaio del 1972 avrebbe sparato e ucciso William Nash, Michael McDaid e John Young, di soli 15, 20 e 17 anni. L'indagato è stato interrogato a Belfast e ora si trova in un carcere di Antrim.
Un paracadutista arresta un dimostrante
Morti "ingiustificate e ingiustificabili" perché i manifestanti non aggredirono né minacciarono in alcun modo i militari britannici, come decretò qualche anno fa l'Inchiesta Saville, che però non bastò a individuare le responsabilità della strage.
I familiari delle vittime chiedono giustizia (foto d'archivio)
L'eccidio ha ispirato la poesia di registi e musicisti come gli U2 e John Lennon che, con Yoko Ono scrisse il pezzo "Sunday Bloody Sunday" a solo un mese della strage, ben dieci anni prima dell'omonimo e storico brano del gruppo di Dublino.
ATS/M.Ang.