Almeno 71 morti e 289 feriti: è questo il nuovo bilancio - ma ancora provvisorio - di un massiccio bombardamento aereo israeliano effettuato sabato mattina sulla tendopoli di al-Mawasi che ospita decine di migliaia di sfollati nella zona di Khan Yunis, nel centro-sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti palestinesi.
“Tutte le vittime erano civili”, ha dichiarato un portavoce di Hamas, respingendo come “priva di senso” la giustificazione dell’esercito israeliano, secondo il quale il bersaglio del raid era un capo militare del movimento islamico, Mohammed Deif, che si sarebbe trovato in un edificio del campo e la cui sorte è incerta. Stando a fonti israeliane, sarebbe rimasto ferito, mentre Hamas nega. Con lui si sarebbe trovato anche Rafa Salama, comandante delle Brigate di Khan Yunis. Per Tel Aviv, la maggior parte dei morti erano attivisti di Hamas.
Corpi di palestinesi all'arrivo all'obitorio di Deir al-Balah
Questo nuovo episodio potrebbe allontanare ulteriormente un esito positivo dei negoziati per un cessate il fuoco, un fronte diplomatico sul quale - stando a quanto dichiarato nei giorni scorsi dal presidente statunitense Joe Biden - si stavano registrando dei progressi. L’attacco aereo “è la dimostrazione che Israele non vuole davvero una tregua”, ha affermato Hamas.
I morti dall’inizio dell’offensiva militare dello Stato ebraico nella Striscia sono oltre 38’000. La Difesa civile palestinese giovedì e venerdì aveva dichiarato di aver identificato e recuperato in tutto oltre 100 corpi in due quartieri della città di Gaza abbandonati nei giorni precedenti dai soldati israeliani. Un’organizzazione di aiuto con sede nel Regno Unito aveva inoltre denunciato l’uccisione di quattro suoi collaboratori in un altro raid aereo, che ha colpito un magazzino in un’area dichiarata dagli stessi israeliani zona umanitaria sicura, esattamente come il campo di al-Mawasi.
Gaza, la guerra prosegue
Telegiornale 10.07.2024, 20:00