Boris Johnson ha annunciato oggi, giovedì, davanti alla residenza del 10 di Downing street a Londra, le proprie dimissioni da capo del partito conservatore, ponendo fine anche alla sua carriera politica da Primo ministro britannico.
Johnson però si è anche impegnato a restare alla guida dell'Esecutivo fino alla scelta di un suo successore alla guida del partito di maggioranza nell'ambito di elezioni interne che dovrebbero tenersi prima di questo ottobre.
Regno Unito: Boris Johnson si dimette
Telegiornale 07.07.2022, 14:30
L’annuncio di Boris Johnson fa seguito allo scandalo del membro del parlamento Christopher Pincher, accusato di aver molestato due uomini mentre era ubriaco, e che è stato visto come la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo una serie di altre discusse vicende. Questo ha quindi portato alle dimissioni di 50 ministri del suo governo e alla rinuncia dello stesso Johnson alla guida del suo partito.
Il discorso di Johnson
L'annuncio di Johnson è arrivato durante un discorso alla nazione pronunciato dinanzi a una piccola folla di ministri e funzionari tra i più fedeli e alla first lady Carrie.
Boris Johnson ha rivendicato fra i meriti della sua premiership il ruolo di prima fila svolto al fianco di Kiev dopo l'invasione della Russia. Il Regno Unito "continuerà a sostenere l'Ucraina", ha assicurato in tal proposito.
Il premier si è anche detto "immensamente orgoglioso" di aver portato a compimento la Brexit nei suoi tre anni a capo del governo. Ha poi rivendicato tra i suoi meriti quello di aver fatto uscire il Paese dalle restrizioni Covid per primo in Europa, di aver portato a casa un anno di crescita economica e il record assoluto di occupazione nel Regno. Ha però ammesso che la maggioranza del Partito Conservatore vuole ora un altro leader e che il processo per eleggerlo inizierà domani.
Gabinetto ricomposto
Dopo le ultime defezioni dal governo giunte in mattinata, fra cui quella dei responsabili del dicastero per l'Irlanda del Nord, Brandon Lewis, e dell'Istruzione, Michelle Donelan, designata solo martedì, sono in totale una cinquantina i membri dell'esecutivo che hanno abbandonato Johnson in meno di tre giorni.
Il premier ha comunque già proceduto a sostituire i partenti nel consiglio di gabinetto, che è tornato così totalmente coperto nei ruoli principali. Alcuni sottosegretari o viceministri si sono peraltro detti disponibili a ritirare le dimissioni di protesta date nei giorni scorsi, ora che Johnson ha deciso di rinunciare alla leadership Tory e ad aprire così le porte all'entrata in scena di un nuovo primo ministro nel prossimo futuro.