L’analisi

Brandeburgo, per l’SPD non una vittoria scontata

I sondaggi, poi smentiti, davano in vantaggio l’AfD, arrivata seconda – Molto alta l’affluenza ai seggi: 73%; fuori dal Parlamento i Grünen. Vola la sinistra del BSW

  • 23 settembre, 09:10
  • 23 settembre, 09:53
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Dietmar Woidke

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Di: Stefano Grazioli

Il voto nel Brandeburgo ha decretato la vittoria della SPD, il partito del cancelliere Olaf Scholz, guidato a Potsdam dal governatore Dietmar Woidke, primo con il 30,9% dei consensi. I socialdemocratici hanno guadagnato quasi il 5% rispetto al 2019, ribaltando i sondaggi della vigilia che nel testa a testa con i nazionalpopulisti dell’Alternative für Deutschland (AfD) erano dati in vantaggio. Con una campagna elettorale centrata più sulle questioni regionali e la figura di Woidke, in carica da undici anni, che su quelle nazionali e sul governo in difficoltà di Scholz, la SPD continuerà dunque a guidare il Land, come sta facendo dal 1990 con alterne coalizioni, anche se stavolta dovrà affidarsi con grande probabilità a un nuovo partner.

Respiro di sollievo a Berlino

Che i socialdemocratici rimanessero in sella a Potdsam non era affatto scontato, ma Woidke è riuscito a mobilitare vecchi e nuovi elettori, con affluenza molto alta quasi al 73%, puntando da una parte sul lavoro fatto nel passato, alla testa della cosiddetta Coalizione Kenya, con i conservatori della CDU e i Grünen (Verdi), e dall’altra agitando lo spauracchio dell’AfD, per tenere a distanza gli estremisti di destra, arrivati comunque secondi con 29,2%. Grazie anche al fatto che Scholz e la politica nazionale hanno giocato un ruolo secondario, concordato in partenza, a Berlino il governo tira un sospiro di sollievo, dopo che le due elezioni regionali all’inizio del mese, in Sassonia e Turingia, avevano fatto registrare il tracollo sia della SPD, che dei Verdi e dei liberali della FDP, i tre alleati della Coalizione semaforo che guida la Germania dal 2021. Il successo in Brandeburgo dei socialdemocratici, accompagnato però dal tracollo dei Grünen, fuori dal parlamento regionale per non aver superato la soglia del 5%, esattamente come i liberali, è un punto a favore di Scholz, che rimane al momento il candidato di punta della SPD in vista delle elezioni al Bundestag del prossimo anno.

Volano le ali estreme

Come nel recente voto in Sassonia e Turingia, dove un terzo degli elettori si è schierato con l’Alternative für Deutschland, anche il Brandeburgo ha confermato la crescita della destra radicale, che rimarrà in ogni caso fuori dai giochi, come a Dresda ed Erfurt. I temi della sicurezza e dell’immigrazione sono stati determinanti per l’ascesa della AfD, ma non sufficienti per arrivare al governo. D’altro canto, al pari di quello che è successo negli altri due Länder della vecchia DDR, la sinistra del BSW, Bündnis Sarah Wagenknecht, il partito della ex leader della Linke fondato solamente all’inizio di quest’anno, ha ottenuto un risultato rilevante, raggiungendo il 13,5% e diventando così il terzo partito della regione dietro SPD e AfD: sarà quindi con grande probabilità la formazione che potrà costituire il governo a Potsdam con i socialdemocratici, visto che i due partiti avrebbero la maggioranza dei seggi, mentre un’alleanza tra SPD e CDU non avrebbe voti sufficienti. Il BSW è diventato la nuova forza senza la quale è impossibile, o quasi, governare in queste regioni orientali del paese; ha raccolto l’eredità della Linke, il partito a sua volta nato dalle ceneri del vecchio partito comunista della DDR.

Problemi per i conservatori

Dopo i buoni risultati in Sassonia e Turingia è arrivato invece il tonfo per la CDU di Friedrich Merz, candidato alla cancelleria e prossimo sfidante di Scholz nel 2025. I conservatori sono scesi al 12,1%, superati non solo da SPD e AfD, ma appunto anche dal BSW. Una disfatta per il leader locale Jan Redmann e di riflesso proprio per Merz. L’obbiettivo dichiarato del capo della CDU era quello di voler dimezzare ovunque il potenziale della AfD, sottraendo voti alla destra estrema per farli convergere su quella moderata: in realtà, in Brandeburgo come altrove, i nazionalpopulisti sono cresciuti e in conservatori hanno beneficiato più dei voti in usciti da altri partiti, come quello liberale. La FDP del ministro federale delle finanze Christian Lindner è in caduta libera, non rappresentata nelle regioni che hanno appena votato; anche i Grüne della ministra degli Esteri Annalena Baerbock e del superministro per l’Economia e l’Ambiente Robert Habeck hanno subito sonore sconfitte: tutti segnali che, a chiusura delle tornate regionali d’autunno, fanno prevedere per il prossimo anno e le elezioni al Bundestag un nuovo rimescolamento di carte. E con il rafforzamento di partiti come l’AfD e il BSW la stabilità tedesca verrà messa a dura prova,

Elezioni in Brandeburgo

Telegiornale 22.09.2024, 20:00

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