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Brandeburgo rimane ai socialdemocratici

Tallonato dall’AfD, l’SPD vince le elezioni con quasi un terzo delle preferenze – Alleanza Sahra Wagenknecht prende sempre più spazio con un risultato a doppia cifra

  • 22 settembre, 23:21
  • 23 settembre, 00:16
Il primo ministro di Brandeburgo ed esponente del partito socialdemocratico tedesco (SPD) Dietmar Woidke

Il primo ministro di Brandeburgo ed esponente del partito socialdemocratico tedesco (SPD) Dietmar Woidke

  • Keystone
Di: RSI Info/ATS/LP 

Domenica in Brandeburgo si sono chiuse le urne con la vittoria del Partito socialdemocratico tedesco (SPD) che ha guadagnato 7 nuovi seggi in parlamento intercettando quasi un terzo (30,9%) delle preferenze. Appena dietro, l’Alternative für Deutschland (AfD) che, con il 29,2% dei voti, ha visto la sua presenza al palazzo cittadino di Postdam rinvigorirsi con 7 scranni in più.

Rispetto al passato, le due forze politiche rafforzano la loro posizione. Dal 2019, l’SPD è cresciuta quasi di cinque punti (+4,7%), mentre l’AfD di quasi sei (5,7%).

Alternative für Deutschland rimane la principale forza di opposizione del Land, con XX seggi

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Tra i vincitori, troviamo sicuramente l’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW), il partito fondato dall’omonima giornalista tedesca nel gennaio di quest’anno e visto – a detta di molti analisti – come l’alternativa di sinistra all’AfD. L’Alleanza è riuscita a fare breccia nello scacchiere parlamentare del Land conquistando il 13,5% dei voti e 14 seggi.

L'Alleanza Sahra Wagenknecht conquista la doppia cifra e oltre dieci seggi in parlamento

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Inciampano invece i democristiani della CDU, accusando un meno 3,5% alle urne e perdendo così tre seggi in parlamento. Verdi e la Sinistra si rivelano infine i grandi sconfitti della tornata elettorale, registrando rispettivamente un meno 6,7 e un meno 7,7 rispetto al 2019.

Riassumendo, il parlamento di Brandeburgo vede ora 32 seggi per l’SPD, 30 per l’AfD, 14 per la BSW e 12 per la CDU.

L’affluenza alle urne è stata abbondante (quasi tre cittadini su quattro hanno esercitato il loro diritto di voto) e in crescita rispetto alle elezioni del 2019, quando circa il 62% della popolazione aveva votato.

L’SPD argina l’AfD: un’analisi

Su una cosa sono tutti d’accordo: se il cancelliere Olaf Scholz può tirare un sospiro di sollievo, l’artefice del capolavoro nel Land alle porte di Berlino si chiama Dietmar Woidke, che dal Kanzler si è platealmente smarcato.

Dopo undici anni alla guida della regione è lui, il governatore uscente, a raccogliere, ad appena due settimane dal disastro elettorale incassato dal partito in Sassonia e Turingia, il frutto di una mossa tanto audace quanto vincente: chiedere agli elettori di scegliere in modo chiaro fra lui e i nazionalisti, annunciando dimissioni niente affatto dovute (non ha mai rischiato la presidenza) nel caso in cui, invece, fosse arrivato secondo.

Il voto in Brandeburgo ha sollevato di nuovo l’attenzione internazionale, dal momento che si tratta di un test cruciale anche a Berlino, e soprattutto per il cancelliere. Una sconfitta nella regione dove l’Spd detiene il primato indiscusso dalla Riunificazione avrebbe infatti messo a rischio la sua ricandidatura nel 2025. Ma Scholz non è rimasto sordo al campanello di allarme, irrigidendo la politica sui rifugiati subito dopo l’attentato di Solingen (con controlli alle frontiere ed espulsioni più facili) e cambiando il suo discorso politico perfino sull’Ucraina. Spinto certamente anche dal sentimento popolare diffuso all’est, dove la guerra fa molta paura e le scelte economiche del governo che fa della Germania il secondo sostenitore al mondo di KIev vengono chiaramente contestate, il Kanzler ha affermato che è “arrivato il tempo di sondare le possibilità” per trattare la pace con Vladimir Putin. E ha assicurato che non fornirà i Taurus, “niente mezzi militari che potrebbero arrivare a Mosca”.

Tornando al Brandeburgo, il voto di questa domenica ha evitato un nuovo trionfo del partito che anche in questo Land viene monitorato dai Servizi interni in quanto “sospettato” di estremismo di destra. “Il nostro obiettivo era evitare al Brandeburgo un marchio marrone”, ha detto il sessantaduenne Woidke riferendosi al colore delle camicie dei nazionalsocialisti di Hitler. “E siamo lieti che, a quanto sembra dai dati attuali, potrebbe essere così”, ha commentato a caldo dopo i primi exit poll, mantenendosi ancora cauto, il protagonista della partita, che ha rimarcato di aver realizzato “una caccia al voto e un recupero di portata storica”. Dal 18% dei sondaggi di agosto, il partito avrebbe adesso il 31,1% (secondo le proiezioni divulgate da Ard in prima serata).

Di diverso avviso la leader di Alternativa, Alice Weidel: “I veri vincitori della serata siamo noi. In Brandeburgo c’è stato un voto tattico. Non a caso il governatore democristiano dello Schleswig-Holstein Kretschmer ha chiesto ai brandeburghesi di votare per l’Spd. Ma dobbiamo accettarlo. Siamo sereni, è solo una tappa. Vedrete che succede alle federali”.

01:54

Germania, il candidato cancelliere della CDU

Telegiornale 18.09.2024, 20:00

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