In Brasile 33,1 milioni di persone affrontano un livello "grave" di insicurezza alimentare. È quanto risulta da una ricerca condotta tra novembre 2021 e aprile 2022 dalla Rete Penssan (Rete brasiliana di ricerca sulla sovranità e sicurezza alimentare e nutrizionale).
Il lavoro sul campo svolto in 577 municipalità dei 27 Stati del Paese ha mostrato che, in due anni, è aumentato di 14 milioni il numero di persone che soffrono la fame o si trovano a un livello "grave" della Scala brasiliana dell'insicurezza alimentare (EBIA).
"La pandemia di coronavirus ha portato più impotenza e sofferenza, con uno scandaloso aumento della disuguaglianza e della fame", ha affermato la ricercatrice Ana Maria Segall.
L'EBIA stabilisce tre gradi di insicurezza, che vanno da "lieve" (dove c'è un degrado della qualità e quantità del cibo consumato dagli adulti) a "grave" (dove c'è una carenza regolare di cibo consumato dall'intero gruppo familiare, compresi i bambini).
Se si considerano i tre livelli fissati da EBIA, in Brasile ci sono 125,2 milioni di persone colpite da un certo grado di insicurezza alimentare, che secondo lo studio della Rete Penssan rappresentano il 58% della popolazione.