Ad alta tensione, con i servizi di sicurezza rafforzati. La campagna elettorale brasiliana, martedì ufficialmente al via, promette di essere la più polarizzata degli ultimi decenni.
I favoriti sono il presidente (di destra) in carica, Jair Bolsonaro (Partito Liberale, PT), e l'ex presidente (di sinistra), Luiz Inacio Lula da Silva (Partito dei Lavoratori), quest'ultimo in testa nei sondaggi col 44%.
Insieme i due avversari totalizzano il 76% delle intenzioni di voto nel Paese, dove sono 156 milioni gli aventi diritto per le urne il 2 ottobre. Agli altri principali contendenti non restano che briciole: il 6% a Ciro Gomes, il 2% per Simone Teblet.
E a meno di due mesi dal voto del 2 ottobre, Bolsonaro e Lula hanno scelto luoghi simbolici per il lancio ufficiale della loro campagna. Luoghi che hanno segnato profondamente le loro carriere politiche.
Lula ha voluto marcare la sua riscossa ripartendo da una fabbrica di auto, nella roccaforte di Sao Bernardo do Campo, quella zona industriale a sud est di San Paolo dove aveva lavorato come operaio e mosso i primi passi da leader sindacale.
Bolsonaro è invece tornato in quel Juiz de Fora, nel Minas Gerais, dove quattro anni fa era stato accoltellato, rischiando di morire. Una sfida in piena regola, tanto che l'ex capitano, ammiratore di Donald Trump e amante delle provocazioni, ha voluto pronunciare il suo discorso da un palco allestito proprio nello stesso punto dove era stato ferito nel 2018.
Lula, deciso a riprendere la guida del Paese dopo l'annullamento delle sue condanne nell'ambito della mani pulite brasiliana Lava Jato, punta al ripristino delle conquiste sociali per le classi più vulnerabili. L'ex presidente viene ancora percepito come un uomo vicino alla gente e molto amato, soprattutto nelle regioni povere del Nordest.
Dal canto suo, Bolsonaro continua invece a mettere in dubbio l'affidabilità del sistema di voto elettronico, tanto che Human Rights Watch ha messo in guardia, invitando a "respingere" le sue "accuse infondate di frode".
Nei giorni scorsi i due si erano già dati battaglia a distanza. Lula aveva definito il suo avversario un "genocida", per i 680.000 morti durante la pandemia. Bolsonaro, in cambio, lo aveva dipinto come un "ex carcerato alcolizzato".
Ma al di là degli scambi di accuse, la principale preoccupazione dei brasiliani, stando ai sondaggi, è la situazione economica. Secondo alcuni analisti, il recente taglio al costo dei carburanti, l'aumento degli aiuti sociali e la maggiore presenza in campagna elettorale della first lady Michelle, potrebbero contribuire ad una rimonta di Bolsonaro, sostenuta proprio da quei social network dove l'attuale presidente conta su milioni di seguaci.