Il podio per l'annuncio di Boris Johnson in Downing Street è pronto, ma l'annuncio di una fumata bianca nei negoziati sulle future relazioni commerciali fra il Regno Unito e l'UE, dato per imminente già da mercoledì pomeriggio, continua a farsi attendere.
Le parti hanno negoziato tutta la notte e proseguito oggi, giovedì, le trattative sull'intesa, destinata a succedere alle condizioni in vigore durante la fase transitoria che scade il 31 dicembre e ad evitare "il no deal" che porterebbe il Regno ad essere considerato un paese terzo da Bruxelles a partire dal 2021. Gli scambi che oggi valgono oltre 500 miliardi di euro l'anno sarebbero così sottoposti alle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio, con conseguenti tariffe doganali e contingenti massimi.
Nella sede della Commissione europea si è parlato in particolare fin nei minimi dettagli dei contenuti riguardanti quello che è da sempre uno dei nodi principali da sciogliere, quello della pesca e più precisamente dei diritti che i pescherecci europei avranno in acque britanniche: fino a pochi giorni fa Londra era disposta a concedere il 20% della quota garantita finora, Bruxelles insisteva per il 75%. Dal punto di vista economico si tratta di una parte marginale della posta in gioco, ma dal forte valore simbolico, visto che Johnson e i sostenitori della Brexit avevano promesso ai connazionali di tornare padroni a casa loro.