La premier britannica Theresa May, dopo la seconda bocciatura di martedì al suo accordo sulla Brexit, tornerà oggi (mercoledì) alla Camera dei Comuni per mettere ai voti una mozione "no deal sì oppure no deal no": cioè, chiedendo se la maggioranza vuole un divorzio dall'UE senza o con un accordo.
La prospettiva non fa presagire nulla di buono al vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen, secondo cui la verità è che "un'hard Brexit è di nuovo più vicina". E sarà bene per tutti "allacciare le cinture". "L'UE ha fatto tutto il possibile. L'impasse può essere risolta solo nel Regno Unito. I nostri preparativi per un "no deal" ora sono più importanti che mai", ha commentato anche il capo negoziatore UE, Michel Barnier.
La premier britannica lascerà oggi libertà di voto ai conservatori Tory, ma resta contraria a un "no deal" e domani (giovedì) metterà ai voti un'ulteriore mozione sulla possibilità che il Governo chieda un breve rinvio della Brexit.
L'unica cosa certa è che la premier conservatrice, nonostante le intese dell'ultima ora con l'UE sulle garanzie - "legalmente vincolanti" - sullo spinoso nodo del confine irlandese, ha incassato l'ennesima bocciatura parlamentare. Un'ulteriore umiliazione destinata ad allargare la voragine dell'incertezza sui tempi, i termini e forse lo stesso epilogo del divorzio di Londra da Bruxelles, oltre che a mettere in discussione la tenuta della sua poltrona e quella di una legislatura dinanzi alla quale non è escluso possa tornare a spalancarsi la porta di elezioni anticipate alla cieca.
ATS/M. Ang.
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