Brooks ucciso dai colpi alla schiena

Rayshard Brooks, l'afroamericano di 27 anni deceduto durante un tentativo di arresto sabato ad Atlanta, è morto per i due colpi sparatigli alla schiena da uno degli agenti, bianchi, che cercavano di fermarlo. Lo ha confermato l'autopsia, secondo la quale i proiettili hanno leso degli organi interni e causato l'emorragia fatale.

Il poliziotto, già licenziato, dovrebbe comparire in tribunale nel corso della settimana e, sentiti due testimoni, essere formalmente accusato di omicidio. Secondo un rapporto ufficiale, Brooks (che aveva bevuto oltre il consentito per mettersi alla guida) si era addormentato in auto mentre era in coda al drive-in di un fast food. I dipendenti avevano chiamato la polizia perché bloccava la fila.

A quel punto, secondo un video di cui ha riferito domenica il New York Times, fra agenti e vittima c'è stata una conversazione tranquilla e amichevole, durante la quale l'afroamericano ha ammesso di aver alzato il gomito in occasione del compleanno di una dei suoi quattro figli e si è detto disposto a tornare a casa a piedi per non violare alcuna regola. La situazione è precipitata quando i poliziotti hanno provato ad ammanettarlo. Brooks si è impossessato di un taser, si è dato alla fuga a piedi ed è stato colpito.

L'episodio ha suscitato proteste, sulla scia di quelle già in corso per l'uccisione di George Floyd a Minneapolis, e portato alle dimissioni di Erika Shields, comandante della polizia cittadina, proprio colei che nelle settimane precedenti si era fatta un nome come "volto buono" delle forze dell'ordine negli Stati Uniti, ordinando il 30 maggio ai suoi sottoposti di fare un passo indietro e mostrare comprensione per i manifestanti antirazzisti, instaurando lei stessa un dialogo con chi scendeva in piazza.