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Bullismo a scuola, la ricetta francese

Una priorità per la premier Borne dopo i molti casi censiti e il suicidio di un 15enne; previsti corsi di empatia

  • 28.09.2023, 19:58
  • 28.09.2023, 19:58
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SEIDISERA del 28.09.2023 Il servizio di Alessandro Grandesso

RSI Info 28.09.2023, 19:57

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Di: Alessandro Grandesso 

Cellulari confiscati, divieto di andare sui social e molta prevenzione, anche con corsi di empatia nelle scuole. Sono alcuni dei punti del piano globale di lotta al bullismo, appena varato dal Governo francese. Per la Premier Elisabeth Borne si tratta di una priorità, considerato l’elevato numero di vittime che si contano a decine di migliaia. A volte con casi drammatici, come il suicidio a inizio mese di un quindicenne bullizzato.

Un caso, quello di Nicolas, nella regione parigina, che ha scosso l’opinione pubblica e le istituzioni, ma non isolato. Anche in primavera, una tredicenne si era tolta la vita nel Pas-de-Calais, soccombendo alle prevaricazioni che subiva non solo a scuola ma anche sui social. Per la Prima ministra si tratta però di un “fenomeno massiccio” che ha colpito “un milione di giovani negli ultimi tre anni e si calcola che attualmente due studenti delle medie per classe sono vittime di bullismo”.

Così l’Esecutivo ha presentato un piano che non riguarda solo il Ministero dell’educazione, ma anche quelli di giustizia, sanità, sport e telecomunicazioni. Lo scopo è di intervenire su vari livelli, anche confiscando il telefonino ai bulli minorenni. E non spetterà più alla vittima cambiare istituto scolastico, ma all’autore di molestie cui potrà essere vietato anche l’accesso ai social: da sei mesi a un anno in caso di recidiva. Una misura, quest’ultima, che suscita però qualche perplessità, viste le alternative disponibili per tornare online.

In ogni caso il piano francese prevede oltre che un numero verde e agevolazioni per un’assistenza psicologica, anche la formazione della comunità educativa: dagli insegnanti agli educatori, passando per i genitori e gli agenti di polizia che raccolgono le denunce, da girare ormai sistematicamente ai procuratori. Nelle scuole inoltre verranno proposti da gennaio dei corsi pilota di empatia, sull’esempio di quanto proposto in Danimarca, e da inserire nel programma ufficiale dal prossimo anno scolastico. Infine, a seconda della gravità dei casi verranno comminate pene che vanno dai lavori di interesse sociale, per bulli e genitori, al carcere fino a dieci anni, in caso di suicidio.

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