Sapremo nella notte chi prenderà il posto del primo ministro Justin Trudeau. Il partito dei liberali canadesi, infatti, sceglie il suo prossimo leader e premier del Paese. Il prescelto dovrà affrontare la guerra commerciale del presidente statunitense Donald Trump, nonché fronteggiare le ambizioni espansionistiche di quest’ultimo, che vuole fare dal Canada il 51esimo Stato USA.
Le votazioni fra i membri del partito sono in corso dal 26 febbraio e decideranno dunque chi aprirà una nuova era per la politica canadese. Chiunque vincerà dovrà convocare le elezioni generali, da tenersi entro ottobre.
I due favoriti in corsa sono Chrystia Freeland, l’ex ministra dell’economia di Trudeau le cui dimissioni hanno convinto il premier a fare un passo indietro, e l’ex governatore della banca centrale del Canada Mark Carney.
Negli ultimi sondaggi Carney è in vantaggio: i canadesi in lui vedono una figura solida, dalla grande esperienza internazionale in grado di affrontare Trump. Proprio Carney, di recente, non ha usato parole tenere nei confronti del presidente statunitense, paragonando i suoi commenti sul fare del Canada il 51esimo Stato USA alle parole di “Voldemort”, il malvagio della saga di Harry Potter.
Anche Freeland ha una grande esperienza internazionale: prima di essere ministra dell’economia è stata ministra degli esteri di Trudeau. Ma proprio questo sembra pesare sulla sua ascesa al potere: i critici l’accusano infatti di non aver fermato il premier in uscita quando le sue politiche erano ormai divenute impopolari. Freeland nelle ultime settimane ha cercato di riposizionarsi e presentarsi nuovamente ai canadesi, sventolando come importanti riconoscimenti della sua precedente azione i soprannomi che le sono stati dati da Trump. Il presidente statunitense l’ha definita una persona “tossica”, un’”idiota” e un’”incompetente” ma - come la stessa Freeland ha ricordato - l’ha anche chiamata “killer” nelle trattative per rinegoziare il Nafta durante il primo mandato di Trump.
Per conquistare il pubblico, Freeland ha presentato una piattaforma che punta ad affrontare i temi divenuti un punto di debolezza per i liberali, dalla mancanza di medici all’aumento della spesa militare e il contrasto delle interferenze estere in politica. E promesso di fare del Canada una “superpotenza dell’energia”.
Carney invece ha puntato tutto sull’economia, suo punto di forza, promettendo di rilanciarla e di far scendere i prezzi delle case grazie a 4 milioni di nuove abitazioni che metterà a disposizione nei prossimi anni. “Accelerando il processo decisionale sui progetti più importanti, il Canada sarà in grado di ridurre i costi, attirare più investimenti, creare più posti di lavoro e costruire l’economia più forte del G7”, ha detto. Promesse economiche che sia Freeland che Carney troveranno non facili da realizzare nel mezzo della guerra commerciale avviata da Trump.
I dazi americani rischiano di piegare un’economia canadese già debole, e il pericolo è quello di un recessione che, ambedue i candidati, vogliono evitare a tutti i costi in vista delle elezioni generali.

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