Nella notte tra il 13 e il 14 aprile scorso, un “cayuco” è stato ritrovato su una spiaggia a 200 chilometri da Belem, in Brasile. Sull’imbarcazione sono stati rinvenuti nove cadaveri ma, a giudicare dai giubbotti, a bordo ci sarebbero state almeno 25 persone. Stando alle ricostruzioni, sarebbero partite dalla Mauritania tre mesi prima. Volevano raggiungere l’arcipelago delle Canarie, ma hanno perso la rotta, e la corrente li ha spinti sul continente americano.
La rotta Canaria (o nordoccidentale) è considerata la più pericolosa tra le rotte migratorie verso l’Europa.
“Prima partivano dalle coste del Marocco o da quelle del Sahara occidentale, che son le più vicine alle Canarie, ma l’incremento dei controlli ha fatto sì che, negli ultimi anni, il punto di partenza si spostasse più a sud, dalla Mauritania o dal Senegal, e questo comporta un aumento della pericolosità del viaggio”, racconta Raúl Baez Quintana, coordinatore dei servizi legali della Croce Rossa. Il viaggio dura tra i 5 e i 7 giorni, ma son pochi quelli che riescono ad arrivare a destinazione. È facile perdere la rotta, e venir inghiottiti dall’Oceano.
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Notiziario 13.06.2024, 10:00
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