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Naufragio in Grecia, cadute le accuse

I presunti scafisti del peschereccio carico di migranti affondato lo scorso giugno rischiavano l’ergastolo, ma la giustizia greca “non è competente”. Nella tragedia oltre 600 dispersi, 82 morti accertati e 104 sopravvissuti

  • 21 maggio, 14:02
  • 21 maggio, 14:03

Radiogiornale delle 12.30 del 21.05.2024: da Atene, Elena Kaniadakis

RSI Info 21.05.2024, 13:01

  • Keystone
Di: ATS/RSI Info

I nove cittadini egiziani accusati di essere coinvolti in uno dei peggiori naufragi di migranti mai avvenuti, sono usciti liberi martedì nel processo a Kalamata, in Grecia. Il tribunale ellenico si è dichiarato incompetente in materia, perché l’affondamento avvenne in acque internazionali.

Se ritenuti colpevoli - di aver favorito l’ingresso illegale di migranti in Grecia e di omicidio colposo - i presunti scafisti avrebbero potuto essere condannati all’ergastolo. Da 11 mesi gli imputati erano in detenzione preventiva.

Il 14 giugno dello scorso anno un peschereccio con a bordo più di 700 migranti si è ribaltato a sud del Peloponneso: 82 i corpi recuperati in mare, solo 104 persone si sono salvate e oltre 600 sono ancora tecnicamente disperse.

Secondo il team legale che assiste i nove egiziani non c’erano prove sufficienti: le accuse si basavano sulla deposizione di altri sopravvissuti al naufragio e alcuni di loro hanno denunciato alla BBC di essere stati costretti dalla guardia costiera ad accusare gli altri compagni di viaggio. Anche ONG come Human Rights Watch avevano dichiarato che le prove a carico erano quanto meno incomplete. Decine di sopravvissuti hanno inoltre accusato una motovedetta della guardia costiera greca di avere provocato il naufragio, durante il tentativo di trainare il peschereccio nelle acque di soccorso di competenza italiana.

Naufragio in Grecia, parla chi difende i sopravvissuti

Telegiornale 25.07.2023, 20:00

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