Stewart Rhodes, fondatore del movimento di estrema destra Oath Keepers, è stato condannato giovedì da un giudice federale degli Stati Uniti a 18 anni di carcere per sedizione e altri reati legati all'assalto al Campidoglio di Washington del 6 gennaio 2021. Quel giorno morirono 5 persone, 134 poliziotti rimasero feriti. Rhodes "rappresenta una minaccia persistente e un pericolo per gli Stati Uniti", ha dichiarato il giudice federale Amit Mehta. Lo riporta la CNN.
Durante l'udienza Stewart Rhodes ha ribadito di essere un "prigioniero politico". Il giudice Amit Mehta lo ha accusato di avere "chiaramente voluto per decenni che la democrazia di questo Paese sfociasse nella violenza". "Lei non è un prigioniero politico, signor Rhodes", ha detto il giudice, aggiungendo di ritenere che il fondatore degli Oath Keepers rappresenti una "minaccia continua" per gli Stati Uniti.
Stewart Rhodes, un ex soldato diventato avvocato, è stato condannato lo scorso novembre da una giuria federale a Washington. La pena detentiva inflittagli è la più severa condanna in relazione all'attacco al Campidoglio da parte dei sostenitori di dell'allora presidente USA uscente, Donald Trump. L'accusa chiedeva 25 anni di carcere.
Più di 1'000 persone sono state incriminate in relazione all'assalto a Capitol Hill, che mirava a impedire al Congresso di certificare la vittoria elettorale di Joe Biden, il rivale Democratico del Repubblicano Trump.
Dodici anni ad altro membro dell'ultradestra
Nella serata di giovedì, la CNN ha poi reso noto che anche un altro estremista di destra della milizia Oath Keepers, Kelly Meggs, è stato condannato a 12 anni per cospirazione sediziosa in seguito all'assalto al Campidoglio.
DeSantis, pronto a valutare la grazia
Il governatore repubblicano della Florida si è detto pronto, in caso di elezione alla Casa Bianca, ad esaminare la grazia per alcune delle persone condannate per l'assalto a Capitol Hill, soprattutto se emergessero discriminazioni di trattamento nei confronti di altre persone "che hanno fatto le stesse cose ma in un contesto diverso", ha precisato, alludendo alla proteste del movimento Black Lives Matter del 2020.
DeSantis non ha risposto direttamente alla domanda se grazierebbe anche Donald Trump, in caso di condanna, ma ha lasciato la porta aperta. "Direi che qualsiasi esempio di questo trattamento di favore basato sulla politica, o sull'uso della giustizia come arma, sarebbe incluso in una revisione, non importa quanto piccolo o grande", ha detto intervenendo al programma conservatore "The Clay Travis & Buck Sexton Show".
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