E' stato rilasciato il clochard ucraino (con passaporto romeno) che era stato arrestato in giornata in realzione all'omicidio della giornalista investigativa Viktoria Marinova a Russe, nel nord del paese.
La procura ha confermato l'alibi dell'uomo, mentre le tracce del suo DNA non corrispondono a quelle trovate sul luogo del delitto, in un parco non lontano dal Danubio.
Le indagini, dunque, proseguono per individuare il killer della giornalista che nei giorni scorsi, prima di essere assassinata, aveva ospitato nel suo programma dell'emittente locale TVN due reporter che erano stati fermati per il loro lavoro investigativo su sospette frodi con fondi europei.
Dopo le manifestazioni di giovedi a Sofia e in altre città, oggi (venerdì) studenti di giornalismo dell'Università Santi Cirillo e Metodio a Veliko Tarnovo si sono radunati con lumini e candele davanti all'edificio dell'ateneo in memoria della giovane giornalista. "I problemi vanno risolti con le parole, non con il sangue", la scritta su un cartello. Per gli studenti la sicurezza e la libertà di parola dei giornalisti devono essere garantite.
La Bulgaria è il fanalino di coda UE in fatto di lotta alla corruzione, anche per quanto riguarda i livelli politici più alti. L'impunità di politici e pubblici ufficiali è una realtà cronica. La libertà di stampa, inoltre, non è garantita. Nell'ultima decade, a causa di un oligopolio mediatico che coinvolgerebbe anche alcuni deputati del parlamento, il panorama dell'informazione bulgara ha subito un tracollo, passando dal 35esimo posto nella classifica di Reporters sans frontières per la libertà al 111esimo nel 2018.
ATS/M. Ang.