La Cina ha ammesso la bassa efficacia dei propri vaccini, utilizzati non solo da Pechino ma anche in diversi altri Paesi tra cui Turchia, Indonesia, Emirati Arabi e Brasile. E sono proprio i ricercatori brasiliani che hanno stimato attorno al 50% l'efficacia del vaccino cinese Sinovac (a titolo di paragone, il preparato di Pfizer é risultato efficace al 97%).
L'ammissione cinese sulla bassa efficacia dei propri preparati (sia quelli di Sinovac e Sinopharm, con l'approccio tecnologico del vaccino inattivato, sia quello di CanSino, a vettore virale) è giunta dal direttore del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, Gao Fu. Ammissioni come quella resa pubblicamente dal Centro di controllo e la prevenzione delle malattie non sono frequenti per le autorità di Pechino, che ora stanno studiando un cambio di strategia.
Il Governo cinese, che non ha approvato nessun vaccino prodotto all'estero, sta ora correndo ai ripari per risolvere il problema. Ora si valutano le contromosse: aggiustare il dosaggio, l'intervallo tra le due dosi o aumentare il numero di dosi; oppure mischiare vaccini con diverse tecnologie. La terza via è un nuovo farmaco, basato come Moderna e Pfizer/BioNTech sull'RNA messaggero, per cui Sinopharm ha appena ricevuto l'approvazione ai test clinici dalle autorità della Cina, che comunque da fine febbraio conteggiano meno di 300 casi attivi.