Se Pechino piange, Washington non ride. Gli esperti stanno delineando un futuro economico a tinte fosche per entrambi i Paesi. Alcuni economisti sostengono che il boom della Cina sia finito: il modello economico che ha sollevato il Paese dalla povertà e l'ha portato a essere un gigante è ormai rotto, dicono. La Cina sta "annegando nel debito ed è a corto di cose da costruire" e i segnali di difficoltà si avvertono anche nelle province più remote.
Senza aggressivi stimoli da parte di Pechino e sforzi per sostenere il settore privato, alcuni economisti - riporta il Wall Street Journal - temono che il prolungato rallentamento possa trasformarsi in una stagnazione simile a quella sperimentata dal Giappone dagli anni Novanta, quando lo scoppio di una bolla immobiliare causò anni di deflazione e crescita limitata.
Anche gli Stati Uniti, però, hanno motivi di preoccupazione. Tra gli altri - sostiene il cofondatore di Rich Dad Company, Robert Kiyosaki - il lancio di una moneta comune da parte dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) potrebbe significare il crollo del dollaro.
"Uno dei più grandi cambiamenti nella storia del mondo avverrà il 22 agosto 2023. Le nazioni BRICS stanno tenendo una conferenza a Johannesburg per creare la propria valuta d'oro. Cosa significa questo per il dollaro USA?", si è chiesto l'esperto, secondo quanto riporta la piattaforma finanziaria Investing.com.
Per Kiyosaki - che aveva previsto il tracollo di Lehman Brothers nel 2008 - se i Paesi BRICS "adotteranno una criptovaluta lastricata in oro il dollaro sarà fritto".
Nelle ultime settimane si sono susseguite le voci sul lancio di una nuova valuta lastricata in oro da parte dei Brics. Secondo alcune indiscrezioni, potrebbe chiamarsi R5, dalle iniziali delle cinque valute del gruppo (real, rublo, rupia, renminbi e rand). E proprio oggi (lunedì) il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha anticipato sui social che proporrà l'uso di una moneta comune tra i Paesi membri BRICS.
Questa valuta "consentirà maggiori scambi tra Paesi come il Brasile e il Sudafrica senza dipendere dalla valuta di un Paese terzo", ha affermato il leader progressista riferendosi al dollaro.
"La cooperazione tra i Paesi del sud del mondo è essenziale per affrontare le disuguaglianze, la crisi climatica e per un mondo più equilibrato ed equo", ha aggiunto Lula, che vorrebbe incorporare nei Brics, tra le altre nazioni, Arabia Saudita e Argentina, mostrandosi inoltre favorevole anche all'ingresso dell'Iran.
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