L’economia cinese ha raggiunto l’obiettivo prefissato ed è cresciuta del 5% nel 2024, due decimi di punto in meno che nel 2023, toccando i 134’908 miliardi di yuan (circa 18’000 miliardi di franchi) secondo le stime dell’Ufficio nazionale di statistica. Si tratta di un dato di gran lunga superiore a quello delle economie occidentali, ma - con l’eccezione del periodo pandemico - è allo stesso tempo il più basso per la Cina negli ultimi tre decenni, in un contesto caratterizzato dalla crisi del settore immobiliare, dal consumo interno in difficoltà, dalla disoccupazione salita oltre il 5% e dalle tensioni commerciali con l’Europa e soprattutto gli Stati Uniti, nella prospettiva dei dazi minacciati da Donald Trump in procinto di tornare alla Casa Bianca. Una guerra commerciale potrebbe danneggiare l’export, il comparto che lo scorso anno ha dato i segnali migliori, con un incremento di oltre il 7%.
Pechino ha diffuso anche i dati demografici del Paese, che confermano la tendenza al calo della popolazione già profilatasi nel 2022 e 2023 dopo oltre sei decenni di crescita costante: alla fine dello scorso anno gli abitanti erano 1,408 miliardi, rispetto agli 1,410 miliardi di 12 mesi prima. Un terzo ha più di 60 anni. Le misure adottate negli scorsi anni, come l’abbandono della politica del figlio unico nel 2016, non contrastano sufficientemente gli effetti dell’aumento del costo della vita e l’ingresso di sempre più donne molto qualificate nel mondo del lavoro, due fenomeni che tendono a frenare le nascite.