"Immorale, prepotente, e non legato in alcun modo alla verità": così James Comey, l’ex direttore dell’FBI, descrive Donald Trump nel suo libro che uscirà la prossima settimana e di cui i media americani danno ampie anticipazioni venerdì. Si tratta di oltre 300 pagine di memorie, in cui l'ex numero 1 del Bureau si toglie più di un sassolino dalle scarpe, dopo essere stato licenziato in tronco dal presidente americano nel maggio del 2017 per non essersi piegato al suo volere, ovvero chiudere in fretta le indagini sul Russiagate.
Comey paragona l'atteggiamento di Trump per ottenere lealtà nei suoi confronti a quello di un boss mafioso, precisando che sembrava "un boss (…) circondato da persone che lo assecondano in silenzio, vincolate a un giuramento di fedeltà".
L’ex dirigente dell’ufficio investigativo federale rileva che fin dal primo incontro tra i due avvenuto alla Trump Tower (era il gennaio 2017), il neo eletto sembrò "ossessionato" dal dossier in cui un'ex spia britannica, Christopher Steel, affermava che Mosca possedeva materiale utile per ricattarlo.
ATS/Reuters/AP/EnCa