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Commercio al dettaglio in crisi, il caso Germania

Calo dei clienti del 30% in agosto e stimato un -20% di acquisti per l’ultimo trimestre 2022 – Il 10% dei negozi rischia di chiudere

  • 13 settembre 2022, 14:39
  • 20 novembre, 15:03
01:35

RG 12.30 del 13.09.2022 - Il servizio di Walter Rahue

RSI Info 13.09.2022, 14:38

  • archivio keystone
Di: RG-Rahue/Red. MM 

Prima la pandemia da coronavirus, ora gli effetti della crisi energetica e dell'inflazione. Per il settore del commercio al dettaglio si prospettano nuovamente periodi bui e difficili. E dalla Germania arrivano dati preoccupanti: gli istituti economici prevedono ad esempio per l'ultimo trimestre di quest'anno un calo degli acquisti nei classici negozi di città o nei centri commerciali in periferia di ben il 20%. Almeno il 10% degli esercenti potrebbe non resistere a questa nuova crisi e sarà costretto a chiudere.

Solo nel mese di agosto i negozi e i centri commerciali hanno registrato, sempre in Germania, un calo di visitatori di ben il 30% e nei primi dieci giorni di settembre addirittura del 36%. La forte inflazione, gli effetti del caro energia e le tante preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina hanno fatto sì che molti consumatori tedeschi preferiscano mettere da parte i soldi che hanno a disposizione piuttosto che spenderli.

Depositare i propri risparmi in banca in tempi di forte inflazione “è ovviamente una cosa molto irrazionale”, ha commentato da parte sua il presidente della società tedesca di ricerca sul consumo Peter Feld. Ma in questa situazione di crisi e di incertezze molte nostre reazioni sarebbero dettate più da fattori psicologici che non razionali. Anche l'obbligo di spegnere le insegne e le vetrine dei negozi durante la notte è entrato in vigore in Germania dal primo di settembre. E la proposta della Commissione europea a favore di un taglio obbligatorio dei consumi energetici per 3-4 ore al giorno contribuiscono, secondo Peter Feld, a ridurre gli acquisti dei cittadini nei classici negozi del centro o nei centri commerciali in periferia.

Quel poco che viene consumato viene acquistato ormai sempre più spesso online. Una tendenza impostasi già durante il lockdown ai tempi della pandemia e che ora si rafforza ancora di più. l'Istituto di ricerche economiche IFO di Monaco di Baviera prevede per l'anno prossimo una contrazione del prodotto interno lordo dello 0,3%, provocata in buona parte proprio da un forte calo della domanda interna.

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