Diversi gestori patrimoniali, fra cui anche delle banche svizzere, starebbero controllando da vicino i clienti di Hong Kong per verificare se tra di loro vi siano dei militanti pro democrazia.
Gli istituti, tra cui vi sarebbero Credit Suisse, Julius Bär e UBS, vogliono evitare di finire nelle maglie della nuova legge cinese sulla sicurezza. Questa permette la confisca e il congelamento dei beni di persone "politicamente esposte". Una definizione vaga che prevede i reati di secessione, eversione, collusione con forze straniere.
Anche le banche rischiano sanzioni che vanno dalle multe alla sospensione, fino alla perdita dell'attività.