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"Così l'odio su Facebook crea profitti"

Audizione al Congresso USA di Frances Haugen: l'ex dipendente contro Zuckerberg, in difesa (anche) della democrazia contro la disinformazione

  • 5 ottobre 2021, 20:43
  • 20 novembre, 19:31
01:38

RG 18.30 del 05.10.2021 - Il servizio di Andrea Vosti

RSI Info 05.10.2021, 20:42

  • keystone
Di: ATS/M. Ang. 

Le regole di Facebook favoriscono le élite, i suoi algoritmi contribuiscono a seminare discordia, i cartelli della droga e dei trafficanti usano apertamente i suoi servizi. E ancora: Instagram danneggia la salute mentale delle adolescenti, aggravando la percezione del loro corpo. Sono solo alcune delle accuse che il Congresso degli Stati Uniti deve vagliare con l'audizione, oggi (martedì), di Frances Haugen, l’ex dipendente di Facebook, che ha accusato apertamente la società di Mark Zuckerberg di privilegiare il profitto, mettendo in secondo piano la lotta contro disinformazione, fake news e contenuti che incitano all’odio. Una testimonianza, quella di Haugen, che chiude il lunedì nero per il social network, fra l'impatto delle rivelazione della "gola profonda" e lo stop delle piattaforme (tra le quali WhatsApp) per ore, tra lunedì e martedì, costato a Zuckerberg più di sei miliardi di dollari.

02:36

Facebook, la testimonianza

Telegiornale 05.10.2021, 22:00

"Facebook danneggia gli adolescenti e la democrazia"

"Sono qui perché credo che i prodotti di Facebook danneggino gli adolescenti, seminino divisioni e indeboliscano la nostra democrazia" ha detto Frances Haugen, aprendo la sua testimonianza. "La leadership della compagnia sa come rendere Facebook e Instagram più sicuri, ma non vuole fare i necessari cambiamenti, perché ha messo i suoi astronomici profitti davanti alla gente e ha scelto di crescere ad ogni costo" ha detto, rievocando i continui "conflitti tra profitti e sicurezza".

Gli algoritmi premiano i contenuti d'odio e generano profitti

L'ex dipendente, che ha fatto sprofondare la società nella sua crisi più profonda dai tempi di Cambridge Analytica, del resto, aveva già denunciato, in una precedente intervista a "60 Minutes", il sistema perverso degli algoritmi di Facebook che premiano i contenuti d'odio, quelli divisivi, le fake news che polarizzano. "Quando si sa che un sistema si può manipolare grazie alla rabbia, è più facile che si provochi la rabbia nelle persone. Quindi gli editori dicevano: oh, se creo più contenuti divisivi, faccio più soldi. Facebook ha messo su un sistema di incentivi che sta allontanando le persone", aveva dichiarato Frances Haugen.

Denuncia anche alla SEC

Intanto l'ex dipendente ha denunciato Facebook anche alla Securities and Exchange Commission (SEC), l'ente federale USA preposto alla vigilanza della borsa. "Facebook ha falsato parametri fondamentali per investitori e inserzionisti, come la quantità di contenuti creati sulla piattaforma e la crescita dei singoli utenti", si legge nella denuncia, soprattutto su "una fascia demografica ad alto valore" come quella degli adolescenti americani.

L'avvocato della Haugen, John Tyle, ha dichiarato alla trasmissione "60 Minutes" che "in quanto società quotata in borsa, Facebook è tenuta a non mentire ai suoi investitori o a trattenere informazioni concrete". Il team legale della Haugen ha citato analisi interne di Facebook che mostrano come oltre il 15% dei nuovi account creati da adolescenti siano account secondari o duplicati, mentre l'utilizzo di Facebook tra i giovani dai 18 ai 24 anni "continua a diminuire" e questi utenti "trascorrono meno tempo, producono meno e inviano meno messaggi" sul social network.

È la crisi più grande vissuta da Facebook

La fuga di notizie e la rivelazione pubblica della "fonte" Haugen rappresenta forse la crisi più grave nella storia della società di Mark Zuckerberg, dopo la maxi multa di 5 miliardi di dollari per aver violato le norme sulla privacy ai danni di milioni di utenti nella raccolta dati di Cambridge Analytica per alcune campagne elettorali, tra cui quella (vincente) di Donald Trump nel 2016. E rischia di deteriorare ulteriormente i rapporti della piattaforma non solo col pubblico ma anche con il Congresso, che da anni discute su come limitare lo strapotere e la crescente influenza di Big Tech, mentre FB è già sotto tiro in una storica indagine della Federal Trade Commission, per abuso di posizione dominante.

Haugen, una veterana del settore

Le accuse della 37enne Haugen pesano come macigni, anche perché arrivano da una veterana del settore, che ha lavorato per Pinterest, Yelp e Google prima di dimettersi lo scorso maggio da Facebook, dove era arrivata due anni prima proprio per limitare la disinformazione elettorale.

Le accuse e l'inchiesta sull'assalto a Capitol Hill

"C'erano conflitti di interesse tra ciò che è buono per il pubblico e ciò che è buono per Facebook. E Facebook, ancora una volta, ha scelto di ottimizzare i suoi interessi, come il fare più soldi", ha denunciato. Haugen ha anche svelato che il social ha rimosso le protezioni contro la disinformazione subito dopo le ultime elezioni USA. "Non appena sono finite, hanno fatto marcia indietro per dare priorità alla crescita sulla sicurezza e questo mi sembra davvero un tradimento della democrazia", ha spiegato. Un'accusa che ha fatto capolino nell'inchiesta del Congresso sull'assalto a Capitol Hill, dove si indaga anche sul ruolo di FB e ci si lamenta della sua scarsa collaborazione.

Assalto al Congresso
01:26

Il guadagno derivante dalle reazioni forti incoraggia le fake news

RSI/Max Herber 05.10.2021, 11:04

La difesa di Facebook

"Ogni giorno i nostri team devono trovare un equilibrio tra garantire la libertà di espressione di miliardi di persone e mantenere la nostra piattaforma un luogo sicuro e positivo. Continuiamo ad apportare miglioramenti significativi per contrastare la diffusione della disinformazione e dei contenuti dannosi. Affermare che incoraggiamo la diffusione di questi contenuti e che non prendiamo provvedimenti è semplicemente falso", ha affermato Facebook, difendendosi dalle accuse di Frances Haugen.

01:56

Facebook, un blackout che mina la reputazione

Telegiornale 05.10.2021, 14:30

05:30

Modem del 05.10.2021: caso Facebook, l'intervista a Paul Olivier Dehaye, di Alice Pedrazzini

RSI Info 05.10.2021, 23:43

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