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Covid, Europa sempre al centro

In Germania oltre 65'000 nuovi casi – il 60% dei contagi mondiali è nel Vecchio Continente – Problemi a est e a nord, meno nel sud – OMS: “Mantenere gesti barriera”

  • 18 novembre 2021, 09:04
  • 20 novembre, 19:13
01:17

RG 7.00 del 18.11.2021 - Covid, Europa sempre al centro, il servizio di Chiara Savi

RSI Info 18.11.2021, 08:54

  • keystone
Di: RG/dielle 

In Europa è tornata ormai alta l’allerta sulla pandemia. Già alcune settimane fa, l'OMS aveva lanciato l'allarme affermano che “l'Europa è al centro della pandemia di Covid-19” e i dati lo stanno confermando.

02:09

Covid-19, quarta ondata in Germania

Telegiornale 18.11.2021, 13:30

In Germania, ad esempio, continua a crescere il numero dei contagi: il dato quotidiano pubblicato stamattina (giovedì) indica che è stata superata la soglia dei 65’000 nuovi casi in 24 ore. Ieri (mercoledì) la cancelliera Angela Merkel ha definito la situazione drammatica, molti ospedali stanno perdendo il controllo della situazione. Oggi la cancelliera incontrerà i governatori regionali per discutere di nuove misure sanitarie per contrastare questa quarta ondata della pandemia.

01:24

RG 7.00 del 18.11.2021 - La situazione in Germania nel servizio di Walter Rahue

RSI Info 18.11.2021, 08:55

  • keystone

L’OMS è da parte sua tornata ieri a ribadire il concetto, facendo riferimento ai dati che riguardano la prima settimana di novembre, quando in Europa si è concentrato il 60% dei nuovi casi rispetto alle infezioni globali e il 55% dei decessi legati al Covid-19. A preoccupare è soprattutto la costante crescita perché sia i contagi sia i decessi continuano ad aumentare nell'area Europa, quando invece nelle altre parti del mondo si registra una certa stabilità se non addirittura una diminuzione. L’unica eccezione riguarda l’Africa dove i contagi sono in leggero aumento.

Una distribuzione disomogenea

Se la pandemia è in forte espansione in Europa, l'aumento dei casi sul territorio non è però omogeneo. Nei paesi dell'Europa dell'est da tempo le cifre sono allarmanti, sulle quali pesa un tasso di vaccinazione molto basso. Un esempio: la Polonia nell'ultimo mese si ritrova con un +30% di contagi.

02:01

La situazione in Europa

Telegiornale 18.11.2021, 13:30

Per il resto del territorio europeo si può invece fare una distinzione nord -sud: i paesi del sud sono relativamente risparmiati dalla recente fiammata (Italia, Spagna, Portogallo e in parte anche la Francia), le percentuali di vaccinati sono piuttosto alte, ma questo non basta a spiegare il contenimento dei contagi e le differenze con il centro-nord dell'Europa, dove invece l'epidemia riprende vigore in modo molto rapido (Belgio, Danimarca, Olanda, Germania). Anche in queste aree la copertura vaccinale è piuttosto buona ma, secondo gli esperti, sono stati gli allentamenti delle misure restrittive a contribuire al brutale peggioramento. Un rilassamento nei comportamenti che si è rivelato un errore.

La Danimarca era stato il primo paese d'Europa ad abolire tutte le restrizioni e ora è costretta a fa marcia indietro. I paesi del sud più colpiti durante le prime ondate mantengono invece comportamenti prudenti.

In generale l'OMS (ma non solo, vedi correlati) lo ripete da tempo che la vaccinazione da sola non basta e che mantenere certe restrizioni e gesti barriera è necessario, come anche ventilare gli spazi chiusi.

Il mistero Gran Bretagna

In tutta questa dinamica pandemica europea c’è però un Paese che fa eccezione e che resta difficilmente spiegabile anche per gli esperti: la Gran Bretagna, che a luglio ha tolto quasi tutte le restrizioni, mantiene infatti un tasso di infezioni ben più elevato rispetto all'Europa continentale, ma i contagi hanno raggiunto un “plateau” e non crescono in modo esponenziale. La supposizione principale è che la popolazione abbia comunque mantenuto dei gesti barriera.

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