L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha chiesto alla Cina di condividere in tempo reale e in modo regolare i dati sulla diffusione del Covid e sullo stato vaccinale della popolazione. La richiesta è stata avanzata venerdì a Ginevra nel corso di un incontro con le autorità di Pechino, con l'obiettivo di permettere una reazione efficace a livello internazionale.
Tra le altre cose, i dati dovrebbero comprendere informazioni anche sul sequenziamento genetico dei casi risultati positivi, in modo da avere un monitoraggio sulle varianti del virus in circolazione. La comunità scientifica teme, infatti, che si potrebbero produrre nuove varianti non coperte dai vaccini attuali.
Questo dopo che all'inizio di dicembre le autorità cinesi hanno improvvisamente annunciato la fine della politica zero-Covid, che prevedeva una rigorosa battaglia contro la diffusione del coronavirus. Una decisione che ha portato a un'esplosione dei contagi in tutto il paese: secondo stime interne, che non sono state ufficialmente confermate, nelle prime tre settimane di dicembre sarebbero state registrate 248 milioni di infezioni, pari al 18% della popolazione.
La riapertura dei confini
Di recente la Cina ha poi annunciato che dal prossimo 8 gennaio non sarà più imposta la quarantena alle persone in arrivo. E i cittadini cinesi potranno nuovamente viaggiare liberamente all'estero. Da qui la successiva decisione da parte di sempre più paesi di introdurre l'obbligo dei test per i viaggiatori provenienti dalla Cina. Dopo Italia, Francia e Gran Bretagna, il provvedimento è stato adottato anche da Stati Uniti e Israele.
In Svizzera, come dichiarato dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ai microfoni di SRF, non sono al momento previste misure sanitarie al confine per i viaggiatori in arrivo dalla Cina. La situazione viene però monitorata e, se necessario, le autorità sanitarie federali potranno allinearsi a decisioni europee.
Cina, boom di casi di Covid-19
Telegiornale 23.12.2022, 21:00