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Da turisti a detenuti: la dura accoglienza degli USA

Le politiche di immigrazione statunitensi si fanno sempre più aspre - Ma i ticinesi non si lasciano scoraggiare

  • 30 marzo, 19:55
  • 30 marzo, 20:01
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La Statua della Libertà di fronte alla skyline di New York

  • Keystone
Di: Radiogiornale/Tieffe 

Sono sempre di più i casi dei turisti arrestati, interrogati e detenuti al loro arrivo negli Stati Uniti. Questo fenomeno sta suscitando preoccupazioni tra i viaggiatori e gli esperti di immigrazione, che osservano un cambiamento nelle politiche e nelle pratiche di controllo alle frontiere.

Il Radiogiornale ne ha parlato con James Roche, avvocato specializzato in immigrazione. James lavora da dodici anni a Tacoma, nello stato di Washington, dove si trova uno dei maggiori centri di detenzione per gli immigrati degli Stati Uniti. Alla RSI racconta il caso di una studentessa britannica che, entrata con un visto turistico, si è iscritta a un programma che offre vitto e alloggio in cambio di lavoro nei campi. Questo costituisce una violazione dei termini del suo visto d’ingresso.

Ora, è una delle quattro europee presenti nella struttura, anche se questa stima potrebbe essere sottovalutata. Le autorità dell’immigrazione non sono tenute a rendere pubblici gli arresti e le presenze nel carcere prima di dieci giorni; quindi, non è chiaro se ci siano altri casi simili.

Stephen Browne, avvocato che lavora a Washington DC in un centro studi sull’immigrazione, cerca di fornire un quadro della situazione. “Abbiamo visto casi di persone a cui hanno esaminato il telefono”, afferma Browne. L’immigrazione utilizza infatti informazioni sia pubbliche che personali per revocare gli ingressi. In alcuni casi, ciò porta alla detenzione provvisoria e all’incarceramento in strutture riservate, fino a poco tempo fa, solo a chi aveva commesso un crimine.

“Gli ufficiali dell’immigrazione sono sottoposti a una pressione senza precedenti da parte della Casa Bianca”, continua Browne. Si parla di quote giornaliere di arresti e deportazioni da soddisfare, e di tabelle di marcia per riempire centri di detenzione privati, utilizzati per la prima volta nella storia recente a questo scopo. Anche se siete qui legalmente, qualsiasi pretesto verrà utilizzato”.

Le autorità d’immigrazione hanno quindi un potere enorme. “In un certo senso, ognuno di loro è un dittatore con discrezionalità assoluta. Le loro decisioni sono pressoché indiscutibili. Ci sono stati abusi anche durante le amministrazioni precedenti, ma ora nessuno è al sicuro. È una situazione senza precedenti”.

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RG delle 12.30 del 30.03.25, il servizio di Cristiano Valli

RSI Info 30.03.2025, 18:45

Le misure estreme degli USA non scoraggiano però i turisti ticinesi, che sembrano voler continuare a visitare il Nord America.

“Noi questo trend non l’abbiamo visto”, dice Berenice Galliani, agente di viaggio, al Radiogiornale. “I clienti continuano a richiederci gli Stati Uniti come meta per le vacanze. Anzi, è una meta comunque, che è tra le preferite in questo periodo. Ci chiedono tanto New York e adesso ci chiedono Washington e non abbiamo riscontrato un calo e non ci hanno segnalato queste cose”.

Neanche Giancarlo Leonardi, responsabile vendite Ticino di Kuoni, ha riscontrato cambiamenti nelle tendenze dei turisti. “Per il momento non vediamo segnali di preoccupazione o diminuzioni di richieste per gli Stati Uniti. Chiaro che la situazione può evolversi, ma non credo. Gli Stati Uniti sono sempre una destinazione molto richiesta, come lo è anche il Canada. Per il momento direi status quo”.

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RG delle 12.30 del 30.03.25, il servizio di John Robbiani

RSI Info 30.03.2025, 18:45

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